Anche in provincia di Cremona, un giorno, potrebbe nascere una ‘super’ banca del credito cooperativo. Se ciò accadrà parte del merito andrà attribuito alla spinta impressa dal governo per superare, in vari settori dell’economia, credito, multiutilities, concessioni autostradali, ecc... la tradizionale frammentazione italica. E così, anche per il credito cooperativo, dopo la riforma imposta alle banche popolari (Mondo Padano del 30 gennaio, ndr) oggi si impone un cambio di passo. Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, proprio per evitare una riforma calata dall’alto (peraltro esclusa dal ministro dell’Economia, Padoan, ndr), ha proposto un’autoriforma in sette punti in grado di salvaguardare i punti di forza del credito cooperativo, ma anche di ammodernarlo per far sì che possa competere con maggiore incisività in un contesto economico globalizzato. Per raggiungere questo obiettivo Federcasse ha previsto anche la possibilità di favorire l’aggregazione fra le bcc più piccole, così da aumentarne la massa critica. Un’opzione, questa, che è sul tappeto anche in provincia di Cremona dove operano quattro casse, la Bcc Cremonese, la più grande, la Bcc Cremasca, la Bcc dell’Adda e del Cremasco e la Bcc di Dovera e Postino, la più piccola. In provincia opera anche la Cassa Padana, con sede a Leno, in provincia di Brescia, con una filiale anche a Cremona. Le quattro bcc che operano sul nostro territorio vantano una rete di 68 sportelli, con 12.554 soci, oltre 1,5 miliardi di impieghi ed una raccolta diretta che sfiora i 2 miliardi di euro. In italia il credito cooperativo conta 379 banche presenti sul territorio nazionale, 4.459 sportelli e oltre 1,2 milioni di soci. Un presidio capillare testimoniato da una presenza diretta in 2.700 Comuni, in 579 dei quali rappresentano l’unica realtà bancaria)...
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