Un volume che si presenta particolarmente corposo, con articoli, tutti importanti, che spaziano dalla storia, all’arte, all’architettura, all’approfondimento di figure significative per il nostro territorio.
Apre il volume un articolo di Inge Habig sulla tradizione iconografica di sant’Omobono, patrono anche dei mercanti e sarti tedeschi, mentre Silvia Cibolini tratta la figura di Bernardino Gatti. A seguire Annarosa Dordoni ci parla dell’ex gesuita Andrea Fores, Fabiana Savorgnan di Brazzà della corrispondenza epistolare fra Antonio Dragoni e Lavinia Florio, mentre Sonia Tassini riferisce di una ricerca fra le carte d’archivio relativa alla collezione del marchese Pietro Araldi Erizzo.
Ancora un epistolario, quello fra Eugenio Beltrami e l’astronomo Giovanni Schiaparelli, è al centro dell’articolo di Maria Paola Negri.
Mauro Barchielli delinea poi gli anni di ministero di Padre Pasquali; prima della sua partenza per l’India; Simona Bini tratta della chiesa dei Santi Giacomo e Vincenzo di via Palestro, Carlo Dusi (con Laura Sala, Elisabetta Bondioni, Alberya Carena e Sara Delledonne) della chiesa di San Pietro al Po, mentre Sonia Sbolzani presenta la figura del pittore Cristofano Allori.
Nella sezione Fonti Emilio Giazzi analizza le tematiche relative a libri liturgici e arredi nella chiesa delle Sante Margherita e Pelagia nel Quattrocento ed Elisa Chittò propone un approfondimento sul convento di Sant’Agostino di Cremona.
A completare il numero le recensioni di libri cremonesi.
Un numero che non mancherà di suscitare l’interesse dei tanti studiosi e appassionati di storia cremonese.
Il Presidente della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio ricorda le vicende che hanno portato alla pubblicazione della nuova serie del Bollettino Storico Cremonese nata nel 1993 quando la Camera, con grande lungimiranza, accolse la sollecitazione a ridare vita al periodico, dopo una pausa di 17 anni, prevedendo la pubblicazione di un numero ogni anno.
Era il 1931 quando il Bollettino uscì per la prima volta, sotto la guida del prof. Gualazzini, cofondatore del periodico insieme a Carlo Bonetti e Agostino Cavalcabò, e fin da subito contribuì a portare il nome di Cremona nei più qualificati ambienti della storiografia italiana.
Si deve ancora al prof. Gualazzini l’idea di costituire nel 1993 la Società Storica Cremonese, di cui erano soci promotori un gruppo di studiosi cremonesi - Antonino Albarosa, Carla Almansi, Rita Barbisotti, Maria Luisa Betri, Flavio Caroli, Maria Luisa Corsi, Goffredo Dotti, Ardea Ebani, Ada Ferrari, Ferruccio Focher, don Andrea Foglia, Luisa Gregori Bandera, Valerio Guazzoni, Bruno Loffi, Frank Miccolo, Ferruccio Monterosso, Luciano Roncai e Gianfranco Taglietti - con l’obiettivo di promuovere iniziative culturali favorendo il lavoro di ricerca e gli studi di storia cremonese, con l’impegno, in particolare, di pubblicare il Bollettino Storico Cremonese.
La decisione della Camera di fare del Bollettino Storico una propria pubblicazione e di stabilire la sede della Società Storica Cremonese presso l'Archivio Storico camerale si fondava sulla consapevolezza dell’importanza della ricerca delle proprie radici storiche e del ruolo fondamentale che l'ente - sia prima come Universitas Mercatorum che poi, come Camera di Commercio - aveva saputo mantenere, attraverso i secoli, incidendo sugli avvenimenti storici di Cremona.
Un ruolo testimoniato dalla presenza in Camera di Commercio di un importante Archivio storico dove sono conservati e ordinati, a partire dal XIV secolo, documenti e cimeli che, attraverso i secoli, testimoniano le vicende storiche dell’economia cremonese.
La pubblicazione del Bollettino Storico, dal 1995 ad oggi, rappresenta un impegno concreto che l’ente, con orgoglio, ha svolto in questi anni nella certezza di contribuire alla realizzazione di uno strumento di grande importanza per gli studi di storia locale, oltre che di stimolo per gli studiosi cremonesi.
Un impegno che in questi vent’anni la Camera è riuscita a mantenere, ma che ora, con grande rammarico, probabilmente non sarà più in grado di sostenere.
La drastica riduzione delle entrate camerali disposte dai recenti provvedimenti governativi, che hanno operato un vero e proprio taglio lineare del diritto annuale versato alle Camere di Commercio - la principale fonte di finanziamento del sistema camerale -, ha indotto il Consiglio camerale ad operare scelte difficili, decidendo di concentrare le poche risorse disponibili su interventi diretti a favore delle imprese.
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