Il portafoglio dei cremonesi è sempre più leggero. La crisi di questi anni insieme alla crescita dei prezzi dei beni di largo consumo e all’aumento generalizzato delle imposte ha drasticamente ridotto il potere d’acquisto dei redditi dei nostri concittadini.
E’ il quadro che emerge dall’ultimo rapporto realizzato dalla Cisl sulla base delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti che si sono rivolti ai Caf nel 2012. Se in Italia nel periodo 2007-2012 il reddito disponibile delle famiglie ha subito una contrazione del 5,7% a causa del peso delle tasse, soprattutto Irpef, Iva e Imu, anche in provincia di Cremona questa erosione si è sentita con particolare evidenza. Ne abbiamo parlato con Piergiorgio Caprioli, responsabile dell’Osservatorio sulla contrattazione collettiva della Cisl Lombardia, che ha rielaborato i dati nazionali disaggregando quelli relativi a tutte le province lombarde.
La crescita del reddito - «Devo dire che analizzando questi numeri sono rimasto colpito da tre elementi fondamentali - dichiara Caprioli - . Il primo aspetto è sicuramente la perdita del potere d’acquisto reale dei redditi da lavoro».
Per i dipendenti, infatti, il reddito monetario è cresciuto dell’1,69% (la media della regione si attesta al 2,5%), a fronte di un’inflazione al 3%: la perdita secca in termini reali è stata dunque dell’1,31%. Ancora una volta, i più penalizzati sono i giovani che, fino ai 19 anni, hanno un calo in termini monetari del 3,77%, una riduzione che arriva addirittura al 10,32% tra i 20 e i 24 anni e un calo del 6,53% tra i 25 e i 29 anni. Per i pensionati va anche peggio perchè...
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