Firmano Confagricoltura e Cia, no di Coldiretti e Copagri
Prezzo del latte alla stalla firmato da agosto 2013 a gennaio 2014 da Cia e Confagricoltura. No di Coldiretti. Riprende dunque la prossima settimana il tavolo sul prezzo del latte alla stalla della Lombardia, su cui si baseranno le contrattazioni di tutte le altre regioni italiane. Che vede contrapposti i produttori e i trasformatori per lo più francesi della Parmalat, Lactalis e Italatte che fanno tutte parte della famiglia Besnier. Una “guerra” che si traduce in una partita a scacchi tra Italia-Francia.
“Quello del latte è un settore chiave dell’economia nazionale – commenta il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Mario Guidi – che va preservato per mantenere una produzione nazionale essenziale per il consumatore e per le eccellenze casearie del made in Italy. Un ringraziamento va fatto al ministro De Girolamo ed all’assessore Fava per aver contribuito a dare un proficuo impulso al negoziato”.
“Le trattative risultano ancor più complicate in un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, ma oggi – sottolinea ad AGRICOLAE il vicepresidente di Confagricoltura Antonio Piva – si è conferito un corretto prezzo alla produzione di latte italiano, riconoscendo il giusto valore alla qualità del prodotto nazionale rispetto anche al trend delle quotazioni internazionali”.
“Sicuramente quanto raggiunto oggi è un risultato che, almeno fino a fine anno, rasserena in parte i produttori di latte italiani, ma – osserva Luigi Barbieri, presidente della Federazione di Prodotto Lattiero Casearia di Confagricoltura – rimangono tutte le preoccupazioni di un mercato instabile e con costi dei mezzi di produzione che, solo ora, per i cereali, tendono a diminuire; non va dimenticato che l’anno scorso c’è stata un’impennata dei costi delle principali materie prime in media dal 20 al 40%, soprattutto per la soia, rimanendo elevati anche nel primo semestre del 2013”.
Il no di Coldiretti - "Confagricoltura e Cia hanno deciso di piegarsi alle richieste dell’industria e di accettare la proposta di Galbani a 41,5 centesimi al litro sulla media del periodo. Si tratta di un valore che non permette alle aziende agricole di stare in piedi e quindi la Coldiretti non poteva avallare un’intesa che condanna a morte decine di allevamenti che sono già messi sotto pressione dall’aumento dei costi di gestione mentre le industrie stanno facendo fatturati d’oro sulle spalle degli agricoltori" - Così Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia. Secondo la Coldiretti, che è sempre stata disponibile alla trattativa, un prezzo congruo per garantire la vita delle aziende e anche il reddito di tutta la filiera, industria compresa, doveva essere di almeno 43 centesimi al litro. I valori offerti durante gli incontri con le organizzazioni agricoli erano uno schiaffo in faccia agli allevatori che ogni giorno sudano e lavorano per garantire il miglior prodotto del mondo ai consumatori e alle stesse aziende di trasformazione.
"Che le industrie non volessero firmare alcun accordo - continua Prandini - è stato chiaro fin dalla scadenza di aprile dell’ultima intesa, poi sotto la pressione della Coldiretti e grazie all’intervento delle istituzioni sollecitate dalla stessa Coldiretti hanno accettato di sedersi al tavolo prima in Regione, poi al Ministero e infine ancora in Regione. Ma anche in quelle occasioni non hanno mai voluto veramente riconoscere un prezzo in linea con i valori di un mercato che solo per il latte spot ha superato i 46 centesimi al litro.
Si tratta di una differenza di oltre 4 centesimi al litro rispetto ai 42 centesimi al litro offerti dall’industria per il periodo compreso fra agosto 2013 e gennaio 2014, senza alcuna considerazione per i mesi di maggio, giugno e luglio di quest’anno per i quali le aziende di trasformazione non hanno voluto intendere ragioni. Se a fronte di condizioni di mercato mondiale del latte così favorevoli, l’Italia non è in grado di valorizzare il proprio latte allora non sarà mai in grado di farlo. Ma noi non ci stiamo a questa logica della resa. Per difendere le aziende agricole, per non siglare un accordo che le danneggia, per rispettare il mandato di rappresentanza che ci è stato dato dagli allevatori, la Coldiretti Lombardia ha deciso di non piegarsi alle richieste dell’industria".
Pollice verso di Copagri - “Quello che si era capito è che qualcuno l’accordo lo aveva già raggiunto prima. Dovevano lavorare per un'intesa comune e invece è stato fatto ben altro. Ognuno si assumerà la propria responsabilità”. Così ad AGRICOLAE il presidente della Copagri Franco Verrascina a proposito dell’accordo sul prezzo del latte alla stalla raggiunto tra l’industria di trasformazione e Cia e Confagricoltura. “L’accordo raggiunto oggi non tiene conto dei costi di produzione”, insiste Verrascina. “Andava chiuso a 43 centesimi. Se il prezzo medio è di 41 centesimi, allora si poteva chiudere anche ad aprile. A queste condizioni i nostri produttori non consegneranno il latte”.
Soddisfatta la Cia - "Un positivo accordo che consente di recuperare una parte del valore aggiunto a favore degli allevatori, colmando un vuoto di oltre tre mesi. Una boccata d'ossigeno agli allevamenti da latte a tutela dei consumatori italiani". Così il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi commenta l'intesa raggiunta tra Italatte, Cia e Confagricoltura che fissa il prezzo alla stalla a 0,42 euro il litro. "Il consolidamento delle tre specificità in cui s'identifica il comparto lattiero caseario in funzione della trasformazione (formaggi Dop, freschi e latte alimentare) rende impossibile allineare un valore unico per tutte le produzioni casearie, per questo abbiamo ritenuto importante perseguire - ha detto, a sua volta, il presidente della Cia Lombardia Mario Lanzi - la fissazione di una base certa per i prossimi mesi su cui ogni realtà puo' costruire la propria valorizzazione". "L'accordo -aggiunge Politi- chiude la stagione di pretestuosi acconti, intensifica il rapporto con le aziende della trasformazione, in primis la Lactalis, per una fase di più serenità, in attesa che si consolidino le condizioni produttive e del mercato agroalimentare". "Proprio il 'Pacchetto Latte', approvato in sede comunitaria al fine di scongiurare il ripetersi di esperienze negative come la vicenda delle quote latte, richiama le istituzioni nazionali e regionali - rimarca Politi - ad assumere da subito un ruolo attivo di piena applicazione delle norme". "La sottoscrizione dell'accordo tra Italatte e le due Organizzazioni agricole regionali della Lombardia, Cia e Confagricoltura, per il prezzo del latte alla stalla dei prossimi sei mesi, rappresenta sicuramente - rileva Lanzi - un momento importante per il mercato del comparto, garantendo un minimo di prospettiva per gli allevatori sino al prossimo mese di gennaio 2014". "L'accordo sottoscritto segna, inoltre, - conclude il presidente della Cia Lombardia - una rinnovata collaborazione tra Italatte - e tramite essa, con il gruppo Lactalis - grazie anche all'impegno dei presidenti nazionali delle Organizzazioni agricole, del ministro e dell'assessore regionale all'Agricoltura e agroalimentare, nell'interesse dell'intera filiera lattiero-casearia lombarda e nazionale".
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