nuovo attaccante franco-argentino della Cremo
«Voglio inserirmi in fretta per dare una mano»
Il tempo è poco, ma la voglia tanta. Quando Hugo Bargas entra per la prima volta nella sala stampa del centro sportivo “Arvedi” da giocatore della Cremonese, sul monitor passano le immagini dei gol che ha segnato in Bolivia e, prima, in Olanda.
A fare gli onori di casa il direttore tecnico Gigi Simoni e il direttore sportivo Moreno Zocchi. Lui, Hugo, capisce bene l'italiano ma risponde in spagnolo, con l'aiuto di una traduttrice: «L'impressione, dopo il primo mese di lavoro a Cremona, è molto positiva – spiega il 27enne franco-argentino – e mi sembra che questa organizzazione, questa struttura e la qualità di questi giocatori non siano da terza serie. Si nota subito la grande voglia di risalire».
Come cambiano i metodi di lavoro, rispetto agli altri campionati in cui hai giocato?
«Ho già giocato in Europa, in Olanda e in Spagna, quindi conosco i metodi europei. Però sono stato due anni in Bolivia e là i ritmi del gioco sono molto più bassi. La prima cosa che devo fare, infatti, è quella di adeguarmi al ritmo di gioco dei miei nuovi compagni».
Un passaggio non facile, anche per le condizioni ambientali, molto diverse.
«In Bolivia si gioca a 4 mila metri di altitudine. In due anni posso dire di non essere riuscito ad ambientarmi al 100%. Qui è tutto diverso, soprattutto sul piano del gioco. Per questo volevo cambiare, tornare in Europa. L'Italia, poi, è il sogno di tutti i calciatori. E la Cremo ìnese è un club di grande tradizione».
Certo non ti resta molto tempo per farti conoscere.
«Quando ho scelto di venire a Cremona sapevo che il campionato sarebbe stato corto. Ci sono nove partite («speriamo», sorridono Simoni e Zocchi, ndr) e so che dovrò essere molto rapido nell'adattarmi ai compagni per trovare un mio spazio. Adesso mi sto allenando bene e molto intensamente, sia sul piano fisico che su quello tecnico. Diciamo che sono all'85% della mia condizione. Spero di rientrare nei piani dell'allenatore e di poter dare una mano alla squadra».
Sul piano tattico il mancino sembra adatto alle idee di Torrente: «Ho giocato come attaccante esterno, sia a destra sia a sinistra, in squadre che giocavano con tre attaccanti, oppure come seconda punta».
Intanto sul video scorrono le immagini di gol (alcuni anche molto belli) segnati in stadi stracolmi. «In Bolivia ho giocato davanti a 30 mila persone, ma in passato anche in stadi che non arrivavano a contenerne 2 mila. Certo, uno stadio pieno dà grandi stimoli e ti mette nelle condizioni di dare il meglio. Però qualunque sia il pubblico, quello che conta è giocare a calcio, in campo. Il resto sono solo dettagli».
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