L’aumento del costo dell’energia continua a rappresentare una delle principali sfide per le famiglie italiane e, soprattutto, per le micro e piccole imprese (MPI). A lanciare l’allarme è Confartigianato, che evidenzia come il sistema di prelievo fiscale e parafiscale sull’energia elettrica penalizzi fortemente le realtà imprenditoriali di dimensioni ridotte, con conseguenze devastanti sulla loro competitività.
Secondo quanto denunciato da Confartigianato, il peso degli oneri generali di sistema nelle bollette delle micro e piccole imprese è 15,8 volte superiore a quello delle grandi aziende. Questa disparità, definita incomprensibile e ingiustificata, pone un serio ostacolo alla sopravvivenza delle piccole attività produttive, che rappresentano il cuore del sistema manifatturiero italiano e il principale motore di occupazione in Europa.
A livello europeo, l’Italia detiene un triste primato: il peso di oneri e accise sul prezzo dell’energia elettrica è pari al 27,1% (al netto dell’IVA), una percentuale quasi doppia rispetto alla media UE. Basti pensare che in Germania la quota si ferma al 15,1%, in Spagna al 12,3% e in Francia all’8%. Tuttavia...
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