Il ricordo più emozionante, l’immagine che meglio di altre meriterebbe d’entrare nel cuore di ogni cremonese e di rimanervi a lungo vede protagonista un bambino che, comodo fra le braccia paterne, osserva a bocca aperta la sfilata - rapida, chiassosa, colorata - dei corridori alle spalle della Cattedrale. «Mio figlio è nato alla fine del 2019, dunque appena qualche mese prima che la pandemia da Covid-19 paralizzasse l’Italia, facendola precipitare in un incubo - ha spiegato Alessandro, giovane papà cremonese -: ho voluto portarlo con me ad assistere a questa tappa del Giro d’Italia perché ritengo che, per la mia famiglia come per milioni di altre, la condivisione dal vivo di un evento importante come questo possa segnare il ritorno a quella normalità che tutti auspichiamo».
Festa sportiva amata all’unanimità («È paragonabile al Festival di Sanremo», sosteneva Gianni Mura, cantore del ciclismo tra i più apprezzati e competenti), ieri pomeriggio la “Corsa Rosa” ha rinnovato, una volta ancora, la propria magia facendo ritorno sotto il Torrazzo dopo ben quindici anni, assicurando a Cremona una “vetrina” di enorme prestigio laddove mostrare agli occhi della platea mondiale la propria bellezza e il calore dei propri cittadini...

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Fabio Canesi

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