Dall’inizio di gennaio Guido Guidesi, fino a pochi giorni prima parlamentare della Lega, è il nuovo assessore regionale allo Sviluppo Economico, prendendo il posto occupato da Alessandro Mattinzoli, neo assessore alla Casa e all’Housing sociale. Proprio in questi giorni, la Regione ha consolidato o avviato una serie di strumenti con l’obiettivo di sostenere il tessuto economico lombardo e aiutarlo a riprendersi più velocemente dai gravi danni causati dalle restrizioni (alcune delle quali ancora in vigore) legate alla pandemia. Abbiamo intervistato Guidesi per capire più da vicino come la Regione intende muoversi per superare l’emergenza.
Assessore, innanzitutto, congratulazioni per la sua nomina. Se l’aspettava?
Per la verità, no. E’ stata una cosa che non mi aspettavo. Mi hanno chiamato il Presidente Fontana e il segretario del mio partito, Matteo Salvini, per chiedermi la disponibilità. Io ho accettato, con grande entusiasmo, sapendo peraltro come fosse incompatibile con il ruolo che avevo in quel momento: sono un leghista, per cui vado a servire la mia gente.
La tutela del lavoro sembra davvero rappresentare la priorità assoluta per l’intero Paese: cosa pensa di fare Regione Lombardia per far sì che l’emergenza sanitaria non si trasformi (ancora più di quanto già accaduto), in emergenza sociale, economica e occupazionale?
Innanzitutto, ci auguriamo che tutti gli analisti che si sono espressi negativamente abbiano torto. Io credo che ci siano alcune priorità: la prima, è che il Governo deve mettere in atto un cambio di passo e fra questi deve immediatamente mettere in atto degli strumenti di politica attiva che accompagnino lo sblocco dei licenziamenti. Perchè, da quando è stato introdotto il blocco dei licenziamenti, l’unico strumento di politica attiva nuovo è stato il contratto di espansione che, fra l’altro, è derivante da un emendamento della Lega che ho firmato anche io in Legge di Bilancio. Altri strumenti di politica attiva nuovi che accompagnino questa situazione non se ne sono visti e credo che siano particolarmente urgenti. Detto questo...
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