«Avete letto quello che ha preceduto l’incontro di oggi. Quello che ho letto mi ha un po’ ferito: non mi aspettavo che generasse questo clamore. Non voglio entrare nel territorio della politica perché lo ritengo un elemento altro rispetto al mio lavoro. Credo che gli studenti della mia provincia – aiutati in questo anche dai docenti - siano personi capaci di avere e sviluppare un proprio pensiero critico. La mia idea di scuola è quella che prevede l’ascolto, l’approfondimento, e il porre domande. È mia intenzione confrontarmi con i miei superiori e offrire loro la mia rinuncia all’incarico di reggente di questo ufficio, se questa è una soluzione in grado di placare qualsiasi polemica». Le parole di Fabio Molinari, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale, danno l’idea più dei malumori provocati dal convegno – ieri, giovedì 14 novembre a Palazzo Cittanova, “Giulio Andreotti, un protagonista della nostra storia nel centesimo anniversario dalla nascita”. Un tema che ha evocato un sussulto di censura preventiva da parte di alcuni commentatori: «La figura di Andreotti, prescindendo dalle vicende strettamente politiche, non può che rimandare alla memoria della vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto e da cui è uscito indenne grazie all’istituto della prescrizione nei gravissimi reati di associazione a delinquere con personaggi di Cosa Nostra»...

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO A GIOVEDI 21 NOVEMBRE, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT    

Stefano Frati

© Riproduzione riservata