la campagna su Facebook
“Liberi di giocare”. E’ lo slogan della campagna di sensibilizzazione della Associazione calciatori per l’abolizione del vincolo nel calcio dilettantistico. Attualmente un calciatore è vincolato fino al 25° anno di età, situazione che secondo il sindacato, si verifica solo in Italia e in Grecia. Altrove il limite del vincolo è 18 anni. La tesi sostenuta dal sindacato è che il professionista ha il vincolo del contratto liberamente stipulato, annuale o pluriennale, mentre il dilettante non può andare a giocare dove vuole, fino al compimento dei 25 anni. La campagna è partita con una pagina Facebook, che a mercoledì ha raggiunto quasi 4.500 “mi piace” e con manifesti affissi a Roma e a Milano. «Abbiamo iniziato una prima fase di sensibilizzazione - spiega Nicola Bosio, dell’ufficio stampa Assocalciatori della storica sede di Vicenza – e pensiamo di aver raggiunto lo scopo. Siamo determinati a che la questione sia trattata dal Consiglio federale e non siamo per nulla sorpresi del muro alzato dalla Lega dilettanti». La sfida si gioca, in parte, su Facebook. Gigi Buffon ha messo sulla sua pagina il manifesto dell’iniziativa ed è stato duramente attaccato da Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Il post è di quelli polemici. «Buffon è stato zitto tutta l’estate sulla quota giovani in Lega Pro perché voleva tutelare la sua squadra (la Carrarese, poi ripescata, ndr)».
In estate, il sindacato aveva scelto di coinvolgere la giustizia ordinaria per il caso di un calciatore laziale di Prima categoria. Dopo aver avuto sentenze negative dalla Commissione tesseramenti, dalla Corte federale e anche dal Tribunale nazionale di arbitrato dello sport, l’istanza è stata presentata al Tar del Lazio. Che però l’ha respinta senza entrare nel merito ritenendolo, in parte, improcedibile.
Dunque, per il momento, la strada della giustizia ordinaria non ha dato frutti. Ci sono comunque numerosi casi nei quali il vincolo ha costretto un calciatore dilettante a sospendere l’attività. Marco David, a 23 anni, ha dovuto restare quasi un anno senza giocare perché Leoncelli e Sported non si mettevano d’accordo sul suo trasferimento. «Sì, io avevo provato anche lo svincolo d’autorità – spiega David – ma per un errore di forma, una ricevuta non allegata alla documentazione, la mia domanda è stata respinta. Poi, le due società si sono messe d’accordo però, per una stagione non ho giocato». «D’altra parte - continua – mi metto anche dalla parte della società. Se il vincolo terminasse a 18 anni, una società rischia di perdere un ragazzo che ha tirato su dal settore giovanile. E’ vero anche che se la società ha un buon rapporto personale con questo ragazzo, non lo perde di sicuro. Non so, è uno scenario difficile da immaginare».
Del tutto contrario Patrizio Garatti, direttore sportivo del Castelleone, nel mondo dei dilettanti dal 1975 quando fondò il San Bernardino: «Se un ragazzo si libera a 18 anni – spiega – chi me lo fa fare di investire nel settore giovanile. Non ne avrei alcun vantaggio. Noi stiamo facendo giocare in Prima dei ragazzi che qualche anno fa giocavano negli esordienti, il che significa che se si lavora bene a livello giovanile si hanno dei risultati anche per la prima squadra. Ma con il vincolo portato a 18 anni, tutto questo lavoro non avrebbe senso».
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