di incoraggiamento, fiducia e speranza»
La visita ad limina, cioè alla sede di Pietro, culminata sabato scorso, 16 febbraio, con il commovente, indimenticabile incontro con il Papa, assieme agli altri fratelli vescovi della Lombardia, si è rivelata una straordinaria esperienza di fede e di comunione, una occasione forte per sentire la nostra Chiesa di Crema, da me rappresentata, espressione di tutta la Chiesa, una, Santa, cattolica e apostolica, come professiamo nel Credo.
A Roma ho registrato, come sempre, un clima di universalità; in questi giorni, tuttavia, ho potuto constatare un' atmosfera di particolare commozione, come conseguenza della notizia della rinuncia al ministero petrino di papa Benedetto. Le persone in piazza san Pietro mi sono apparse come l'insieme di una grande famiglia, in piena comunione con il successore di Pietro, provenienti da ogni parte del terra, desiderose di manifestare al Papa un forte affetto e di esprimergli una commossa gratitudine.
I numerosi pellegrini che visitano s.Pietro e le altre basiliche non da turisti, ma da credenti, mi son parsi più' riflessivi , così come in quei giorni ho potuto registrare la compresenza di più emozioni: gioia, ammirazione, stupore per la inattesa decisione papale, ma anche rincrescimento per il distacco, incertezza per le prossime scadenze.
Una sensazione è emersa con più evidenza: la gente ha compreso la grandezza di un Papa che non ha voluto nascondere la sua debolezza, ben visibile in chi, come me, l' ha potuto vedere da vicino. Le immagini televisive, infatti, non rendono sufficientemente al vivo la fiacchezza di un uomo logorato e consunto per il pesante servizio reso alla Chiesa del nostro tempo negli otto anni del suo ministero petrino.
Un clima di preghiera ha accompagnato i giorni romani della mia visita ad limina. È preghiera per il Papa, il quale, negli interventi di questi giorni, non ha cessato di raccomandare preghiere per la sua persona; è anche piena consapevolezza che il Papa, una volta concluso il suo ministero, continuerà' ad amare e a servire la Chiesa "nascosto al mondo", ma con una presenza spirituale intensa perchè frutto della sua orazione.
Ho voluto soffermarmi nella narrazione del contesto spirituale che ha caratterizzato questa particolare visita ad limina, la seconda del mio ministero episcopale, perché', senza la descrizione di questo clima, la visita avrebbe perso in autenticità e sarebbe ridotta ad una consueta successione di appuntamenti presso le diverse Congregazioni. Di fatto, dopo una meticolosa preparazione di un dossier illustrativo della situazione attuale della nostra diocesi, offerta in anticipo, e preparata con l'aiuto di molti collaboratori, noi vescovi lombardi abbiamo visitato alcune delle Congregazioni vaticane, alle quali abbiamo chiesto consigli o dalle quali abbiamo ricevuto suggerimenti e testimonianze di altre Chiesa da ogni parte del mondo. Il Papa si avvale di diversi aiuti che gli vengono offerti dalle diverse Congregazioni, quali ad esempio quella della dottrina della fede, del clero, della vita consacrata, dell' educazione e dei vescovi, che abbiamo visitato in gruppo dallo scorso giovedì pomeriggio, 14 marzo, fino a sabato mattina.
La visita ad limina prevedeva poi un momento liturgico per professare la nostra fede sul la tomba di Pietro. È questo il senso della celebrazione eucaristica vissuta nel primo mattino di sabato con vari Sacerdoti della Lombardia , impegnati presso la Sede apostolica o presenti per studi presso le università romane.
Il momento culminante, naturalmente, è stato quando "salimmo a vedere Pietro".
La commozione si leggeva sul volto di tutti noi vescovi della Lombardia, consapevoli che la nostra era l'ultima visita che il Papa concedeva ai vescovi del mondo.
Siamo stati accolti amorevolmente dal santo Padre, il quale ha manifestato una lucidità mentale veramente sorprendente. Il Papa ha avuto parole elogiative per le nostre Chiese di Lombardia, definendo la nostra regione "cuore credente dell'Europa", espressione che se, da una parte, ci onora, dall'altra, risuona come un forte appello per una testimonianza di fede più convinta a livello personale e insieme annunciata in pubblico, anche mediante scelte evangeliche controcorrente. Ho gustato le parole piene di incoraggiamento, di fiducia e di speranza che il Papa ha usato nei confronti delle nostre Chiese, quando ogni vescovo ha presentato brevemente la diocesi affidata alle sue cure descrivendo la situazione attuale. Un motivo in più per credere che il Papa ha rinunciato al ministero petrino non per un suo stato d'animo negativo o per una visione pessimistica della Chiesa, quasi fosse una sconfitta, come qualcuno ha commentato in questi giorni, ma semplicemente per la consapevolezza di non avere più le forze fisiche con cui governare la Chiesa di oggi, che deve affrontare sfide epocali e rispondere coraggiosamente a pressanti urgenze.
Porto a tutti voi il conforto della benedizione del Papa, attraverso il dono di una finissima croce pettorale, che molti in questi giorni hanno già' baciato, a partire da domenica scorsa, appena rientrato, dai parrocchiani di Vergonzana, in mattinata, e quindi dai bambini della prima comunione della città di Crema e dai loro genitori, nella chiesa del Cuore immacolato a Castelnuovo, il pomeriggio.
Il Signore ci aiuti a trovare la forza di amare la Chiesa con la stessa dedizione con cui si è applicato papa Benedetto: un amore così' forte da avere il coraggio di "passare il testimone" a Colui che il Signore ha già scelto e che i cardinali, obbedienti allo Spirito Santo, nel prossimo conclave, sapranno riconoscere.
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