«Ho una azienda agricola in Val d’Aveto dal 2003. È una realtà famigliare, nata per recuperare vecchie varietà di patate». Fabrizio Bottari era ed è guida naturalistica, autore di libri e fotografo. E, da vent’anni, anche coltivatore appassionato di varietà antiche di ortaggi in una lembo di terra, una bellissima valle, situata tra le regioni Liguria ed Emilia-Romagna, inserita tra la città metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza, che prende il nome da un torrente, l’Aveto, lungo 48 chilometri, principale affluente di destra del fiume Trebbia. Ieri sera è stato protagonista presso il Cinema Teatro Filo nel TedX Salon, il secondo evento targato Ted legato all’agricoltura: «Coltivo una patata genovese che si chiama quarantina bianca, una varietà ligure, coltivata anche in Emilia, oltre che in Lombardia nella zona del passo del Brallo. È una patata trans appenninica».

Come è nata questa idea di cambiamento?
«Sembra un cambiamento, in realtà sono sempre stato in questi luoghi. Prima fotografavo, ora cerco di mantenere questi luoghi come in quelle fotografie. Qui c’è un abbandono evidente, molto visibile. La montagna, in generale, è in uno stato di abbandono. La mia azienda è a Rezzoaglio, provincia di Genova, nell’Appennino del levante ligure. Sono posti molto belli dal punto di vista naturalistico. Mia moglie è originaria di qui. L’idea era quello di recuperare i terreni di famiglia»...

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Emilio Croci

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