La ricerca medica avanza e ogni giorno viene scoperta una nuova cura per sconfiggere patologie, ma sul fronte del rispetto dei diritti dei pazienti c’è ancora molto da fare. Secondo Tiziano Percudani, presidente del Centro Tutela Diritti del Malato (onlus che ha il proprio sportello presso l’Ospedale Maggiore) la maggior parte delle problematiche deriva da una carenza di informazione. In tempo di crisi sono aumentate in modo esponenziale le denunce con richiesta di risarcimento danni, un fenomeno che sta avendo come conseguenza immediata l’utilizzo sfrenato della “medicina difensiva”.
Spesso si trattano i malati come numeri o “casi” da risolvere. Quanto i loro diritti sono tutelati?
«La vera carenza, paradossalmente, sta nella scarsa informazione. La maggior parte delle segnalazioni che riceviamo ha origine da questo. Il chè innesca meccanismi di rivalsa verso le strutture sanitarie. I punti critici sono ad esempio i pronto soccorso, i reparti di oncologia o chirurgia, ambiti delicati in cui ricevere qualche notizia in più basterebbe per risolvere i problemi.
C’è poi ancora parecchio da fare per quanto riguarda il trattamento di pazienti affetti da patologie croniche, dei disabili o degli ammalati che hanno bisogno di assistenza per la somministrazione di farmaci in modo costante e ad orari stabiliti. Spesso si confondono queste situazioni con la malasanità che in realtà è rappresentata da comportamenti negligenti, cioè dalla volontà di arrecare danno».
L’attività del Centro Tutela Diritti del Malato è volta a rimuovere situazioni di sofferenza e di ingiustizia. Si passa anche attraverso la protesta pubblica e il ricorso all’autorità giudiziaria. Su che fronti state lavorando a Cremona?
«Da mesi abbiamo contatti con l’Asl perchè abbiamo ricevuto numerose segnalazioni sul pagamento delle visite domiciliari dei medici di base o dei pediatri. Una questione complicata di non di facile risoluzione ma che vorremmo affrontare attraverso la redazione di un documento comune in cui più che altro ci si affida al buon senso dei medici. Altro nodo è la prenotazione ambulatoriale con la richiesta che, comunque, il servizio venga gestito in modo flessibile»
Quali sono le richieste più frequentemente al vostro sportello?
«Ad oggi gli accessi allo sportello dell’Ospedale Maggiore sono stati sessanta. Non tutto si traduce in un esposto scritto. Le richieste di risarcimento però sono notevolmente aumentate: del 60%. Un segnale molto significativo e che noi attribuiamo più al periodo di crisi che a situazioni di effettive carenze sanitarie. Basti pensare che dopo un primo consulto legale gratuito, la maggioranza rinuncia a portare avanti una eventuale causa visti i costi. In ogni caso, su larga scala, questo atteggiamento ha ripercussioni economiche sul sistema sanitario: la cosiddetta “medicina difensiva” con l’impennata di richieste di esami clinici è infatti sempre più praticata dai medici».
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