La studiosa di storia locale Carla Bertinelli Spotti: «Cucina povera ma fantasiosa»
Fu un cremonese, Bartolomeo Sacchi detto il Platina perché originario di Piadena, primo Prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, l’autore di un breve trattato di gastronomia intitolato «De honesta voluptate et valetudine», il cui pregio fu quello d’esser il primo di questo genere pubblicato su larga scala dopo l’invenzione della stampa. Apparve per la prima volta in forma anonima a Roma attorno al 1474, poi nel 1475 a Venezia con l’indicazione dell’autore. In quest’opera il Platina trascrisse in latino tutte le ricette di Maestro Martino de’ Rossi da Como, il più celebre “chef” del XV secolo e cuoco del card. Ludovico Scarampi Mezzarota, Patriarca di Aquileia, aggiungendovi considerazioni sulla dieta, sul «cibo del territorio» e sull’importanza di una sana attività fisica.
Il trattato ebbe successo, se ne fecero diverse ristampe e venne tradotto in italiano, francese e tedesco. «Ma quella che propone il Platina non è assolutamente cucina cremonese, benché il suo testo dai cremonesi sia stato molto utilizzato. Ad esempio, il concittadino Domenico Bordigallo, invitato tra il 1519 ed il 1525 ai banchetti di nozze delle famiglie Affaitati-Secchi, Oldoini-Borgo e Meli-Trecchi, fece l’elenco delle portate e da lì sappiamo che si fece per l’occasione ricorso a moltissime ricette del Platina», precisa Carla Bertinelli Spotti, appassionata studiosa della storia locale...

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Mauro Faverzani









