Focus

«Serve una strategia plurale di transizione»

Giorgio Carenzi, segretario Confartigianato Cremona: «Il decreto del Governo, un primo passo positivo»

«Il decreto sui biocarburanti va letto come uno strumento, non come la soluzione definitiva. Uno strumento utile, se inserito in una visione più ampia, capace di accompagnare le imprese lungo un percorso di cambiamento progressivo, equo e realistico».
Così dichiara Giorgio Carenzi, segretario di Confartigianato Cremona a proposito della decisione del governo Meloni che dà via libera alla possibilità di modificare le vetture a diesel per l’utilizzo dei biocarburanti. Se l’associazione di categoria artigiana guarda con favore al nuovo (e per ora unico in Europa) via libera, è perché continua «a sostenere il principio della neutralità tecnologica più volte richiamato anche a livello europeo. La transizione ecologica non può essere calata dall’alto ignorando le specificità delle imprese artigiane, che operano con margini ridotti e forte esposizione ai costi energetici e logistici».
Per Confartigianato, in questo senso, il decreto rappresenta «un segnale positivo perché riconosce che la sostenibilità deve essere anche economicamente sostenibile. Ma è essenziale che a questa apertura normativa si accompagnino: incentivi mirati e stabili; chiarezza sui costi di conversione; garanzie su affidabilità, manutenzione e durata dei sistemi; un quadro regolatorio certo, che non penalizzi domani chi oggi investe». 
Il mondo delle imprese - artigiane, ma in generale di qualsiasi settore - si sente spesso trascurato. «Quello delle micro e piccole aziende - dice Carenzi - che utilizza quotidianamente veicoli commerciali leggeri alimentati a gasolio come strumenti di lavoro indispensabili ragiona in modo pragmatico, non ideologico. I furgoni diesel non sono un vezzo, bensì un asset produttivo: mezzi spesso ancora pienamente efficienti, acquistati negli ultimi dieci o quindici anni, utilizzati per trasportare persone, attrezzature e materiali, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, della manutenzione, dell’autoriparazione e dei servizi alla persona».
Continua Carenzi: «In questo contesto, il decreto viene accolto con interesse e attenzione, perché apre una strada concreta per ridurre l’impatto ambientale senza imporre una sostituzione forzata del parco veicoli. Per molte imprese, l’acquisto di un mezzo elettrico o di nuova generazione non è oggi economicamente sostenibile, sia per i costi iniziali, sia per (...)». 
Giorgio Carenzi, Confartigianato
Giorgio Carenzi, Confartigianato
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Cristiano Guarneri
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