

Attualità
Cristina Bonucchi, psicologa: «Riconoscere i segnali»
«Responsabilità condivisa per frenare l’onda d’odio»
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«Sistemi di tutela in evoluzione. Puntare su educazione civica»
Dottoressa Bonucchi, dal suo punto di vista clinico e dall’esperienza maturata quale Direttore Tecnico Superiore Psicologo della Polizia di Stato, quali sono le principali ferite psicologiche che il cyberbullismo lascia nei giovani?
«Il primo problema che si riscontra nelle vittime è uno stato di allerta continuo, dettato dal fatto che non sanno mai cosa aspettarsi dagli altri: cosa succederà, cosa diranno, cosa pubblicheranno online? Un’allerta che prosegue anche quando il pericolo è cessato. Ricordiamo anche che che spesso le vittime di cyberbullismo pensano di meritarselo, perché hanno caratteristiche fisiche o comportamentali differenti dalla maggior parte dei coetanei: sono ragazzi più bravi a scuola, o più timidi, o più alti, o più grassi. Tuttavia, a volte, anche solo un episodio insignificante può scatenare l’odio collettivo. Dunque la vittima va protetta ed aiutata, mentre le condotte antigiuridiche devono essere sanzionate, secondo i dettami della giustizia minorile ed in ambito scolastico. Il fatto che ci siano conseguenze per chi ha agito in danno di qualcun altro, aiuta quest’ultimo a sentirsi maggiormente tutelato».

Spesso i genitori e gli insegnanti si accorgono troppo tardi dei segnali di disagio nei ragazzi coinvolti. Quali indicatori, invece, sono di aiuto per poter intervenire anzitempo e come si può aiutare una famiglia a capire quando il figlio è vittima o autore di cyberbullismo?
«Per le vittime, il primo passo consiste nel riconoscere i segnali di disagio...
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18:19|October 25, 2025
Beatrice Silenzi



