Lo scorso 23 ottobre, la ventenne Federica Venturelli, di San Bassano, ha conquistato la medaglia d’oro a Santiago del Cile nei Mondiali di ciclismo su pista, nell’inseguimento a squadra. Nel quartetto azzurro è la più giovane: almeno 5 anni in meno rispetto alle compagne Martina Fidanza, Martina Alzini e Vittoria Guazzini. L’allenatore Marco Villa, che ha avuto il coraggio di buttarla dentro, era ct anche alle Olimpiadi di Tokyo. Quella finale maschile, tra Italia e Danimarca, conclusasi con l’oro, è stata considerata la più bella sfida a squadre dei Giochi di Tokyo 2021. 

Di Santiago, ci racconta Federica. «Venivamo dal miglior tempo in qualificazione - spiega - e questo ha rappresentato un bel vantaggio. Semifinali e finali erano in programma nello stesso giorno per cui per cui essere accoppiati all’Australia in semifinale, con la quale avevamo un tempo migliore di 7 secondi, ci ha aiutato. Diciamo che abbiamo vinto risparmiando un pizzico di energia mentre nell’altra semifinale, tedesche e inglesi hanno dovuto andare a mille». «In finale – prosegue – ci è toccata la Germania. Confrontando i tempi, sapevamo che sarebbe stata una sfida molto difficile. Ma siamo un quartetto molto affiatato, abbiamo fatto diverse prove assieme ed eravamo fiduciose (per quanto un po’ agitate…). Siamo partite forte e nella prima parte siamo sempre state in vantaggio. Abbiamo perso qualcosa nel finale, ma siamo riuscite comunque a chiudere davanti. È sempre difficile resistere quando ti rendi conto che le avversarie stanno recuperando lo svantaggio, ma ce l’abbiamo fatta. L’importanza della sfida era così grande che abbiamo tirato fuori anche delle energie che non sapevamo d’avere».

«Sì, grandissima. Era la mia prima partecipazione a un Mondiale assoluto su pista. Non mi immaginavo (...)». 

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