Paolo Mascarini, presidente di Federalimentare sulle priorità di oggi e domani per il comparto
Densa la relazione di Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare dal titolo: “Sfide future e nuove competenze per l’industria alimentare”, una preziosa occasione per comprendere cosa sta accadendo nella filiera agroalimentare, un comparto che custodisce tradizioni e identità culturali, un ambito in cui non sono mancati, negli ultimi anni, successi straordinari, ma neppure ostacoli che ne minacciano la competitività internazionale.
Tre le grandi questioni analizzate: il quadro normativo europeo, le barriere non tariffarie all’export e la disponibilità delle materie prime agricole. Per comprendere la portata delle riflessioni occorre partire dai numeri. Con i suoi 200 miliardi di euro di fatturato, l’industria alimentare italiana è oggi la prima manifattura nazionale: dal 2015, non ha mai smesso di crescere, registrando un più 30% e un export più che raddoppiato (da 28 agli oltre 70 miliardi previsti quest’anno). È una filiera che vale circa 600 miliardi. Queste cifre collocano il Paese tra le grandi potenze del food mondiale, con ricette e materie prime tipiche che rendono il comparto un patrimonio culturale diffuso.
Nove italiani su dieci dichiarano di aver fiducia nelle imprese del settore, riconoscendo loro il merito di garantire varietà, qualità e accessibilità economica: un vero e proprio “welfare del cibo”. Il primo banco di prova tuttavia riguarda l’E.U. e le sue politiche. L’industria alimentare italiana si trova stretta tra due esigenze: accelerare la transizione ecologica e preservare la competitività economica.
Senza mezzi termini, Mascarino ha parlato di «follia ideologica» - con riferimento al Green Deal e alla Farm to Fork - non per (...).
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12:37|October 3, 2025
Beatrice Silenzi