Giovanni Schintu, gestore del cinema teatro Filo: «Il nostro è un contenitore che si adatta alle richieste più varie e più piccole»
ll Cinema Teatro Filo è lo spazio sotto casa, lo spettacolo della porta accanto con una programmazione prevalentemente locale ed un pubblico, in genere, “maturo” ovvero un poco più avanti negli anni. La sua è una storia tutta particolare: sorse nel 1670 come teatro privato dei marchesi Ariberti, nel 1798 venne trasformato in oratorio dai Padri Filippini, nel 1807 l’architetto Faustino Rodi lo riadattò alla soluzione originaria di teatro, però pubblico, e nel 2007, dopo un importante restauro, ha trovato la propria configurazione attuale di cinema teatro. È quindi molto legato al territorio. Con un “curriculum” così, non lo preoccupa l’arrivo sulla scena dell’intrattenimento cremonese di «Infinity 1 – Event Space». Ad esserne convinto è il gestore del Filo, Giovanni Schintu.
Partiamo dal nuovo arrivo. Che cosa si aspetta?
«Sulla nostra tipologia di spettacoli dal vivo, dalla conferenza al teatro ed ai concerti, ritengo che possa avere un impatto oggettivamente limitato. Noi non siamo un teatro di produzione come il “Ponchielli”, siamo semplicemente un contenitore che mette a disposizione la struttura, quindi siamo più duttili e possiamo quasi sempre trovare la soluzione più semplice, avendo un bacino d’utenza fondamentalmente legato al territorio cittadino. Inoltre, i nostri sono tutti (...)».
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL’EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO AL 18 DICEMBRE OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
Mauro Maffezzoni





