

Focus
Un’arte fatta di passione, pazienza e manodopera
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Il presepe realizzato dal Gruppo Amici del Presepe di Casalmorano
Intervista ad Antonio Martellotta, presepista e presidente del Gruppo Amici del Presepe
Uno scenario palestinese, tre metri per tre, con le statue in terracotta. Il presepe di Antonio Martellotta, presepista appassionato e presidente del Gruppo Amici del Presepe di Casalmorano, è esposto, insieme a numerose altre suggestive installazioni, proprio alla mostra di Casalmorano, nel Centro Pastorale di via Prejer.
La Natività in primo piano, protagonista (ma non è scontato, come ci ha poi spiegato Antonio) della sua opera, realizzata insieme al Gruppo Amici del Presepe. E il deserto sullo sfondo.
Di come si costruisce un presepe, della mostra, del presente e del passato di quest’arte abbiamo parlato proprio con Antonio Martellotta.
Partiamo dalle “istruzioni”. Cosa ci vuole per costruire un presepe?
«Premetto che quelli che utilizziamo noi sono tutti i materiali di recupero, per cui i presepi sono quasi a costo zero. Le uniche spese che vanno affrontate sono quelle per l’acquisto delle statue, il cui prezzo varia a seconda del materiale e della fattura: c’è la statua in resina, che può costare 5 euro, ma ci sono anche quelle in terracotta, fatte a mano, che possono arrivare a costare anche 1000 euro.
Per quanto riguarda le procedure, la prima cosa che viene fatta è prendere le misure del cassone, perché solitamente vengono cassonati. Poi, in base alla misura e alla prospettiva, si inizia a immaginare l’ambientazione. Le statue vengono inserite dopo che si ha già l’idea».
Il suo presepe però non è cassonato.
«No, il mio, che in realtà è stato realizzato insieme agli altri membri del Gruppo Amici del Presepe, è un presepe aperto, un diorama»...
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