Il messaggio natalizio del vescovo di Crema, Daniele Gianotti
La celebrazione della nascita di Gesù, il figlio di Maria di Nazaret, che i cristiani riconoscono come Figlio di Dio, porta con sé la conclusione del Giubileo, inaugurato da papa Francesco nel Natale 2025: si concluderà nelle diocesi di tutto il mondo domenica 28 dicembre, e a Roma il prossimo 6 gennaio. Anche un Anno santo ‘ordinario’ (perché celebrato nella cadenza regolare del quarto di secolo), come questo che si conclude, rimane un evento straordinario, con diversi appuntamenti in diocesi o a Roma o altrove, per partecipare della grazia del Giubileo.
L’Anno santo finisce: ma non finisce il compito, indicato a suo tempo da papa Francesco, di dare testimonianza della speranza che “non delude” (cf. Rm 5,5), che non è solo una fiammata che si accende e divampa, per poi spegnersi quando si volta pagina e si passa ad altro.
La nascita di un bambino o di una bambina è portatrice di speranza: suscita una ventata di gioia e sogni di futuro per chi gli è più vicino. Ma poi la vita di un bimbo, di una bimba, dei suoi genitori, entra nella ‘normalità’, nel quotidiano: che non è altra cosa, ma un altro modo, un’altra condizione, nella quale vivere la speranza suscitata da una vita nuova.
È stato così anche per la nascita di Gesù: il canto degli angeli, lo stupore dei pastori, il mistero dei Magi venuti da lontano… queste cose, che ricorderemo nei prossimi giorni, rientrano nell’ombra, e Gesù entra nella vita ordinaria di un bambino che vive e cresce, e diventa adolescente e giovane uomo e rimane per tanti anni silenzioso e nascosto. Eppure, Egli rimane la speranza che Dio offre a tutti: anche nell’ordinario, nel quotidiano, nel succedersi di giorni e mesi che non offrono emozioni significative, che sembrano banali. (...).

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Daniele Gianotti




