Economia & Lavoro

«Investire non è sufficiente se non incide sulla qualità della vita»

Valentina Cattivelli, ricercatrice e docente: «I grandi centri dovrebbero coinvolgere i piccoli comuni»

Dottoressa Cattivelli, nello studio svolto sulle Smart City e la loro evoluzione, con la sua collega, Coluccia, quali sono gli elementi chiave che distinguono quelle puramente tecnologiche da altre che creano vero valore per cittadini e imprese? E, prima ancora, cos’è una Smart City? 
«Per Smart City, spesso, si intende una città che abbia fatto enormi investimenti nell’infrastruttura digitale. Invece, per essere definita “smart”, in senso stretto, una città non solo deve avere fatto investimenti, ma questi devono produrre valore pubblico, migliorare la qualità della vita. Questa è la chiave che differenzia una città semplicemente tecnologica rispetto ad un’altra che si è dotata delle stesse condizioni di base e, al contempo, si è adoperata affinché questo “plus” sia funzionale a risolvere le disuguaglianze, se adotta politiche volte a favorire un’ampia digitalizzazione, disciplinando o riducendo gli effetti negativi sulla qualità della vita dei propri cittadini. Un esempio: si può dotare una città di un sistema di bigliettazione “smart”, ma a questo deve affiancarsi un valido sistema di informatizzazione: infrastrutture bancarie, o l’uso di carte di credito. Altro esempio: la telemedicina non può restare appannaggio di alcuni centri urbani ma anche portata fuori ed estesa in aree lontane dai nosocomi. La chiave di volta è nel capire come creare infrastrutture sul territorio al fine di generare un valore che minimizzi le disparità».
Nella relazione tra digitalizzazione, qualità delle amministrazioni pubbliche e gestione dei fondi europei, quali sono le ipotesi principali e quali risultati preliminari, può condividere? In che modo una maggiore digitalizzazione si traduce in una gestione più efficiente dei fondi?
«Questa parte ancora preliminare, è stata finalizzata in questi giorni ed i risultati sono in attesa di revisione scientifica, tuttavia, di fatto, il nostro studio rappresenta la risposta ad un’indagine che verifica quanto le amministrazioni, maggiormente dotate di strumenti digitali, siano più efficienti nell’acquisizione di fondi e nelle fasi successive di spesa e attuazione di progetti. Oltre che sul nazionale, qualora ve ne sia l’opportunità, si potrebbe cominciare a ragionare anche su ambiti territoriali locali. Oggi, infatti, le Smart City sono grandi città, già in grado di parlare di pianificazione di lungo periodo, ma non si tiene conto dei comuni più piccoli (...)». 
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15:56|October 3, 2025
Beatrice Silenzi
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