

Giovani e Lavoro
Alice Sironi, originaria di Monza, ricorda il suo percorso universitario al Politecnico
«Un legame sempre in evoluzione»
Un amore che si tramanda: «Ho studiato la musica in tutte le sue sfaccettature»
Alice Sironi è cresciuta da bambina con la musica del papà come colonna sonora. E non è allora un caso se ha conseguito la laurea in Ingegneria musicale al termine del suo percorso di studi discutendo la tesi “Beyond traditional music emotion recognition systems: a multi-modal approach to recognizing emotions in piano performances”, in altre parole lo studio delle emozioni durante la performance musicale. Mondo Padano l’ha intervistata.
Com’è nata in lei la passione per la musica tanto da renderla protagonista dei suoi studi?
«La passione per la musica è nata grazie a mio papà. Suona da molti anni la chitarra jazz e quando ero piccola si divertiva a cantare, a me e ai miei fratelli, le canzoni dell’album Sono solo canzonette di Bennato. Mi piace pensare che sia questo ciò che ha dato inizio al mio percorso di studi in ambito musicale. A partire dagli otto anni il mio legame con la musica è sempre stata una evoluzione: ho iniziato suonando la chitarra, seguendo le orme di papà. Prima strimpellavo i brani di quegli anni poi, diventando più grande, mi sono avvicinata allo studio della chitarra classica. Questo cambiamento mi ha permesso di entrare al liceo musicale dove ho scelto, per regolamento della scuola, un secondo strumento: il violoncello. Negli anni del liceo ho lentamente abbandonato lo studio della chitarra per dedicarmi a pieno al violoncello, strumento con cui ho effettuato l’ammissione al Conservatorio di Milano, per compiere studi a livello professionistico. Durante l’ultimo anno del liceo ho iniziato ad avere ansie e dubbi. Il mondo della musica classica è molto difficile, molto competitivo e avevo paura non fosse abbastanza per garantirmi tranquillità per il futuro. D’altra parte, la musica rimaneva in me l’unico ambito di interesse, non volevo iniziare a studiare qualcosa di completamente diverso. Iniziai a guardare gli elenchi delle facoltà di ogni università, alla ricerca di qualcosa che mi potesse davvero interessare. Ho trovato, sul sito del Politecnico di Milano, il corso di Music and Acoustic Engineering, un corso magistrale. Leggendo l’offerta formativa ho pensato fosse esattamente quello che volevo fare. Per poter accedervi senza debiti formativi, dovevo prima conseguire una laurea triennale in ambito informatico. Ho scelto di iscrivermi ad Informatica Musicale presso l’Università Statale di Milano. Grazie a questi anni di studio ho potuto conoscere la musica in tutte le sue sfaccettature, dalla musica classica fino alla computer music».
Può raccontare il suo percorso di studi in Music And Acoustic Engineering?
«Music and Acoustic Engineering è un corso magistrale del Politecnico di Milano strutturato su due anni: nel corso del primo anno ho consolidato le conoscenze dell’ingegneria informatica applicate all’acustica, all’audio e alla musica. Al secondo anno ho avuto la possibilità di scegliere il mio percorso didattico, nell’ambito (...)».

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Antonio Gattulli
