Pasolini, gli anni nella nostra città ricostruiti nel libro di Alessandro Gnocchi
Quante curiosità e quanti aneddoti fra le pagine de “PPP - Le Piccole Patrie di Pasolini”, ossia l’opera (edita da “La Nave di Teseo”) che Alessandro Gnocchi - giornalista cremonese, attuale Caporedattore della Sezione “Cultura e Spettacoli” de “Il Giornale” - ha dedicato al vissuto dell’artista nella nostra città. Un’esperienza oltremodo produttiva, maturata tra gli impegni scolastici presso il Liceo “Daniele Manin” e gli appassionanti pomeriggi di lettura per una personale soddisfazione, che emerge dentro un testo che ritrae Pasolini in maniera magari un poco inconsueta, eppure estremamente affascinante. Si cita, peraltro, “Operetta marina”: in queste righe, la giovane e già promettente penna pasoliniana descrive il fiume Po. «Agli occhi dell’artista, l’immensa distesa d’acqua del Grande Fiume sembrava un gigantesco mare dentro cui tuffarsi ed emergere dopo lunghe nuotate», sottolinea Gnocchi. Molte, alcune oltretutto velate da una certa nostalgia, le reminiscenze legate agli anni vissuti nella città del Torrazzo, tra il 1933 e il 1935: «Più di una volta, Pasolini fa riferimento a Cremona. C’è un passaggio in cui afferma con evidente orgoglio che ben tre sono le sue patrie: Bologna (la città in cui nacque), Casarsa della Delizia (ovvero il Comune in provincia di Pordenone dove venne alla luce la madre Susanna) e, appunto, Cremona...
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Fabio Canesi


