Riforma Giustizia: parla il magistrato e Presidente di Sezione presso la Corte Suprema della Cassazione, Giacomo Rocchi
A Giacomo Rocchi, magistrato dal 1987, attualmente Presidente di Sezione presso la Corte Suprema della Cassazione, la riforma della Giustizia piace, anche perché ci sono alcune cose da riordinare e le modifiche introdotte vanno nella giusta direzione.
Cosa ne pensa della riforma?
«Sono favorevole, non la temo; mi disinteresso dell’agitazione associativa frutto della paura di perdere potere, ma anche dei disegni politici non esplicitati dall’esecutivo proponente: mi sta a cuore la funzione del giudice, la sua autorevolezza nella società, mi stanno a cuore le persone che saranno giudicate. Parliamo, ad esempio, della separazione delle carriere: il pubblico ministero non perde la propria appartenenza alla magistratura, non diventa un “superpoliziotto”. L’Anm lamenta che si stravolga la Costituzione, in realtà la si modifica. La gente, del resto, ha bisogno di esser certa che il giudice sia davvero terzo ed imparziale e, per esser tale, non può essere un ex-pubblico ministero oppure legato, anche dal punto di vista della carriera, ai pubblici ministeri, che sono sì magistrati, ma non giudici. Questo aspetto è molto importante: viene presentato come una riforma di tipo liberale, in realtà già Rosario Livatino (magistrato ammazzato nel 1990 dalla mafia- nda) diceva che non basta essere giudici imparziali, bisogna anche apparire tali».

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Mauro Faverzani


