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Viaggio dentro la guerra, dall'oscurità alla redenzione
Una scena del Nabucco (foto Rolando Paolo Guerzoni)
Il Nabucco di Verdi al Ponchielli: lineare ed essenziale
Tutto è così lineare, strettamente necessario. La musica di Verdi, del resto, è maestra in questo. Niente fronzoli, poche pennellate per passare dalla sciagura alla redenzione, dai cori del sentimento popolare alle arie del sentire più intimo. Essenziale è la regia firmata da Federico Grazzini per il Nabucco andato in scena domenica scorsa al Teatro Ponchielli (affollatissimo, anche di studenti) nell’ambito della Stagione d’Opera. Tutto sul palcoscenico si muove secondo poche linee guida: colore, linee e linguaggio del corpo. Come didascalica è anche la scena che accompagna la Sinfonia d’apertura: si alza il sipario, una bambina saltella allegra sotto gli occhi amorosi di mamma e papà, un attimo dopo verrà letteralmente strappata dalle loro braccia, ciascuno, a modo suo, travolto e trascinato dalla guerra.
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Carla Parmigiani