Celebrazione del cinquantesimo
“Accomodatevi, prendete un sigaro. A proposito, chi è Pink?”: in questa frase i Pink Floyd hanno catturato l’essenza di certa discografia e di certi manager. Il prototipo di incontri al limite del surreale, in cui i “re Mida” di label ricevono alla propria corte artisti speranzosi, di cui spesso non sanno nulla, limitandosi a dare il “placet” o a stoppare carriere e percorsi artistici, spesso senza cognizione di causa. Un profilo, quello del discografico visto come mero “affarista” totalmente estraneo a dinamiche artistiche, che trova spazio nel booklet, raffigurato senza volto, nel deserto californiano, mentre porge un anonimo disco ai propri interlocutori. Un’immagine entrata di diritto nell’iconografia floydiana e debitrice de “Il Figlio dell’uomo” di Magritte. A 50 anni dall’uscita torna (per l’ennesima volta) sul mercato Wish You Were Here.
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Lorenzo Costa

