Filippo Timi in “Amleto²”: è storico e contemporaneo
Al Teatro Ponchielli, la sera del 9 dicembre, Amleto² di Filippo Timi è un dispositivo scenico incendiario, in cui la tragedia shakespeariana viene fracassata, capovolta, reinventata. In sala, fin dai primi minuti, pare di trovarsi al Globe Theatre. Quel che conosciamo di Amleto è materia instabile: Timi la espone, deride, lacera e poi ricuce in una forma nuova e feroce. Tutto intorno a lui diventa un sabba. Dal buio, la sua voce ci dice che il male è inattaccabile, e ci osserva come una spia. «Si può soltanto fingere. Ma di fronte a chi?». L’impatto visivo è immediato, si apre il sipario e ci mostra una gabbia da circo, un’arena mentale, un teatro della crudeltà e del desiderio: palloncini, tulle, balle di paglia, tre tendoni e un vasetto di Nutella gigante. Sul trono, nel centro, sta Amleto che brilla come il leone del mezzogiorno. È il 14 luglio del 1601, sabato, e domani sarà domenica. «Siamo topi chiusi in trappola. E i topi con la corona, li fanno ridere, i gatti. Siamo condannati a morte», e allora godiamo finché possiamo!...
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Paola Silvia Dolci

