Rubriche

La chiesa (finora) sconosciuta

Il complesso di San Benedetto in una ripresa dall'alto

S. Benedetto, alla luce un altro pezzo della sua straordinaria storia artistica

Scrivevo su queste pagine il 9 maggio “ora et labora ... è il motto, associato alla Regola benedettina, che appartiene alla tradizione popolare. Ma è anche la sintesi della speranza che la travagliata vita del complesso monastico cremonese che di San Benedetto porta il nome possa finalmente trovare una prospettiva all’interno di un rinnovato e vitale tessuto urbano. Preghiera, lavoro e soprattutto tanta paziente determinazione ...” erano e sono l’evocazione di quel che occorre in ogni processo di rigenerazione urbana o anche solo di recupero e valorizzazione degli esiti materiali della nostra storia.
Torniamo nel complesso di San Benedetto per ammirare e raccontare, in discreta sintesi, quel che il fervore di un cantiere di restauro ha fatto riemergere da un passato dimenticato nella speranza di poterlo riportare alla vista dei cremonesi, un altro pezzo della straordinaria e poco conosciuta storia artistica di questa città. L’intervento che si sta concludendo riguarda la chiesa interna dell’antico convento, e in particolare la messa in sicurezza e il restauro delle decorazioni pittoriche delle volte.
E manteniamo la promessa: “Sicuramente documenteremo quel momento, ma non per fare cronaca, piuttosto per contribuire a un movimento di enti e persone che si impegnino senza titubanze nel riportare i cremonesi a frequentare questi splendidi spazi, a gustarne i segni dell’evoluzione nei dettagli che già si intuiscono. Che sia archivio o qualcosa d’altro non è particolarmente importante, l’importante è che queste mura tornino ad essere città viva, che il loro evidente degrado sia solo un’immagine nel ricordo”. Pare proprio che del movimento invocato ci sia un gran bisogno, perché non pare ci siano prospettive certe nell’immediato futuro. I recenti insediamenti universitari stanno modificando volto e vocazione di un intero quartiere, al punto da poter presumere che i giovani e chi lavora con e per loro generino comportamenti e aspettative che da molto tempo qui non si vedevano. Un segno piuttosto significativo c’è già, di fronte alla nuova sede del Politecnico la ex chiesa di San Carlo e Donnino è diventata una sala per performance d’arte contemporanea...
Dettaglio dell'interno della chiesa [foto Eugenio Bettinelli]
Dettaglio dell'interno della chiesa [foto Eugenio Bettinelli]
Un momento del restauro [foto Eugenio Bettinelli]
Un momento del restauro [foto Eugenio Bettinelli]
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Eugenio Bettinelli
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