Marchesini: la mia cagnolina, in 12 anni, ci ha insegnato cose interessanti
Fido può essere spunto di contemplazione o ispirarci meditazioni teologiche? Per rispondere a tale quesito, non è necessario scomodare il Libro della Sapienza, ove si legge: «Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13, 5). Né San Francesco d’Assisi, che nel Cantico delle Creature scriveva: «Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature». Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, ne è convinto senza bisogno di ulteriori dimostrazioni. Per questo ha scritto il libro intitolato Teologia canina, edito da Sugarco, con dedica (e copertina) alla cagnolina di casa, Gnugna, «che aveva un’aspettativa di vita di due, forse tre anni e invece ci ha insegnato cose interessanti per quasi dodici anni. Evidentemente non credeva nella Scienza».

Dottor Marchesini, come è arrivato ad elaborare una vera e propria “teologia canina”?
«È molto semplice. Il Salmo 16 ci dice che il creato ci parla del Creatore e che possiamo conoscere il Creatore anche attraverso le sue creature; compreso il cane, che ci è così familiare.
Qualsiasi discorso, riflessione o pensiero circa Dio è teologia ed eccoci qua: è possibile fare un ragionamento su Dio, contemplando il proprio cane...
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Mauro Faverzani

