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Il ritorno in scena di Mina? Pensa se avvenisse in Auditorium....

Una giovanissima Mina (foto archivio Faliva)

Nella "tua" Cremona: è il luogo intimo, giusto e dall'acustica perfetta

Sono ormai sempre di meno quelli che possono vantare di aver assistito a un concerto dal vivo di Mina, anche perché l’ultimo risale a quasi cinquant’anni fa, precisamente al 23 agosto 1978 (tra il pubblico anche Sergio Mattarella, noto fan della Tigre, con la moglie Marisa e il fratello Piersanti). Per questo molti appassionati, in tutto questo tempo, hanno provato a immaginare come avrebbe potuto essere il “concerto del rientro sulle scene” della più grande cantante italiana. A tale proposito, proprio in questi giorni uno dei tanti blog dedicati all’artista cremonese (L’indomita Mina) ha rilanciato un articolo di Mina pubblicato esattamente dieci anni fa su Vanity Fair, quando era editorialista dell’edizione italiana del magazine. Rispondendo a tale Lillo, che in una lettera la provocava circa la possibilità di tornare a esibirsi in pubblico, la cantante così risponde, e ovviamente pubblichiamo la risposta integrale: “Il concerto del mio rientro sulle scene? Farò uno sforzo per illudervi un po’. Grande orchestra schierata a semicerchio. A sinistra: ventiquattro violini, dodici viole, dodici celli, quattro bassi con arco. A destra: piano, basso elettrico, quattro chitarre, batteria e percussioni. Ah, dimenticavo il coro. Due uomini e due donne, direi. Entro in smoking, travestita da Frank Sinatra, con le sue corde vocali, la sua precisione musicale e linguistica e canto, canto a perdifiato e a perdicuore. Nella platea di un teatro non troppo grande di Las Vegas o di Milano ognuno di voi singolarmente seduto ad ascoltarmi e, per tanto che voi vi esaltiate, la standing ovation che mi dedicate è abbastanza discreta, poco fragorosa.
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Roberto Codazzi
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