Da Crema a Casalmaggiore, è necessario coinvolgere anche il territorio
La giunta comunale ha avviato formalmente il percorso di candidatura per “Cremona Capitale Italiana della Cultura 2029”, notizia che personalmente accolgo molto positivamente. Già nei mesi scorsi su questa stessa rubrica mi ero infatti espresso favorevolmente circa alcune simili proposte lanciate da Lodi e Piacenza, che avrebbero voluto fare ticket con Cremona così come nel 2023 era accaduto tra Brescia e Bergamo tra l’altro con ottimi risultati che si riverberano ancora oggi, anzi hanno permesso a queste due città molto belle ma fin lì un po’ trascurate di entrare nei circuiti turistici che contano con effetti che si protrarranno nel futuro. Le proposte di ticket sono state evidentemente snobbate e ora Cremona decide di correre da sola, avendone a onor del vero tutte le carte in regola per motivi che è persino inutile elencare. L’importante è che vengano giocate bene, e da subito, cercando soprattutto di evitare corto-circuito derivati da strumentalizzazioni di natura ideologica, sempre dietro l’angolo nel nostro Paese. A tale proposito, subito dopo l’annuncio le forze di minoranza hanno reclamato di non essere state coinvolte nella stesura del documento, ed effettivamente sarebbe un bene che per centrare l’obiettivo vi fosse una condivisione totale in primis a livello politico, quindi di tutte le forze della città, sociali, economiche, di categoria, oltre naturalmente a tutte le istituzioni e associazioni culturali.
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Roberto Codazzi

