Riccardo Pedrizzi, ex dirigente bancario: «Propensione ad accantonare in Italia resta forte»
Il risparmio in Italia aumenta, nonostante le difficoltà, ma resta per lo più bloccato nei conti correnti, senza essere utilizzato nell’economia reale. A dirlo, è Riccardo Pedrizzi. Lui, il mondo del risparmio, lo conosce come le sue tasche. È stato dirigente di un istituto di credito, senatore per tre legislature con vari incarichi (tra i quali quello di presidente della Commissione Finanze e Tesoro), deputato alla Camera per una legislatura, durante la quale è stato segretario della Commissione Finanze, ed attualmente cura le relazioni istituzionali per grandi aziende ed associazioni nazionali.
Senatore, tra inflazione e carovita, oggi le famiglie italiane riescono ancora a risparmiare?
«Guardi, in Italia la difesa del risparmio è sancita dalla nostra Costituzione, che all’art. 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Il 58% degli Italiani risparmia, una percentuale mai raggiunta in passato. Ma il risparmio non è una merce come le altre: va rispettato come valore sociale, perché frutto del lavoro dell’uomo, e come virtù, in quanto forma di responsabile previdenza; si trasforma poi in credito e capitale d’investimento ed è fattore di sviluppo nel nostro Paese.
Noi viviamo però un paradosso: negli ultimi anni, pur a fronte di una sostanziale incertezza sulle prospettive socio-economiche e finanziarie, a fronte del reddito disponibile e pur vedendo immutato il potere d’acquisto (quando non addirittura ridotto), aumenta l’accumulo di risparmio. La propensione al risparmio delle famiglie italiane, infatti, è in crescita al 9%».
E come le famiglie stanno orientando questo risparmio?
«La liquidità supera attualmente i 2 mila miliardi di euro con un (...)». 
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07:00|October 31, 2025
Mauro Faverzani

