Elena Mosconi, docente di Storia del cinema, ci guida tra le pellicole che hanno anticipato gli scenari robotici del presente
Elena Mosconi è una voce autorevole nel panorama accademico cremonese. Professoressa ordinaria di Storia del cinema e Storia della fotografia presso l’Università di Pavia, presiede l’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema (Airsc). Ci siamo rivolti a lei per indagare, da un punto di vista accademico, la relazione tra cinema e AI. «Se volessimo tracciare una genealogia, potremmo cercare in un passato lontano nel quale è stato messo a tema il rapporto tra cinema e macchina, tra umano e robot. Penso a film come Metropolis di Fritz Lang, o anche a opere meno conosciute ma interessanti come L’uomo meccanico di André Deed. Se si cerca un’origine più ravvicinata, la si può indubbiamente trovare nel genere fantascientifico, dove l’uomo convive con creature o mondi altri, di cui non controlla la genesi o lo sviluppo».
Ci potrebbe citare tre pellicole particolarmente rilevanti di questo periodo ravvicinato?
«Mi sembra che il decennio in cui si è cominciato a riflettere seriamente sull’intelligenza artificiale sia quello degli anni Ottanta del Novecento, con film come Blade Runner di Ridley Scott, mentre prima vi sono state opere singole innovative, penso a 2001 Odissea nello spazio di Kubrick del 1968.
Tornando agli anni Ottanta, il film più visionario circa le potenzialità dell’AI è indubbiamente Tron di Steven Lisberger, prodotto dalla Disney, che racconta il modo in cui un sistema informatico intelligente viene sconfitto da un tecnico geniale che si smaterializza al punto da entrare nel mondo virtuale e risultare vincitore sulla macchina...

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12:32|September 30, 2025
Francesco Gamba