L'esperto Gagliardini: «Oscurare fa davvero sparire i contenuti? Serve un lavoro culturale»
Un nuovo “me too” ha scosso il rientro degli italiani dalle ferie d’agosto. Ancora una volta il genere femminile si è ritrovatov al centro di due vicende inquietanti, diverse ma simili. Quasi in contemporanea sono emersi il caso del gruppo Facebook «Mia Moglie» e quello del sito «Phica.eu», riportando al centro dell’attenzione il tema della sicurezza online e dell’uso distorto degli strumenti digitali. Due episodi diversi ma paralleli. Nel primo, tra video e foto di coppie consenzienti o di semplici esibizionisti, alcuni uomini condividevano di nascosto foto delle proprie mogli o compagne ignare, rubate o sottratte in vario modo, senza alcun consenso. Nel secondo si trovava un mix caotico di pornografia e immagini rubate dal web, da account privati, per strada o altrove, spesso alterate con l’intelligenza artificiale per spogliare o sessualizzare le immagini delle vittime.
La differenza principale tra i due è che in «Mia Moglie» erano coinvolte soprattutto donne comuni, mentre su «Phica.eu» comparivano spesso anche volti noti della politica, dello spettacolo e dello sport, con dinamiche e motivazioni ancora più complesse. Il gruppo Facebook, con oltre 30mila iscritti, si alimentava di parafilie di varia natura, candaulismo (perversione di mostrare ad altri il proprio partner nudo, nda), mitomania, revenge porn e l’ossessione di (...).
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16:38|September 5, 2025
Redazione Cremona