Consulente del lavoro: Erica Crotti racconta il suo percorso e la professione
In un contesto lavorativo in continua trasformazione, la figura del consulente del lavoro sta assumendo un ruolo sempre più centrale per aziende e dipendenti. Normative in costante evoluzione, casistiche complesse e una crescente esigenza di supporto rendono questa professione un punto di riferimento indispensabile. Erica Crotti, consulente del lavoro cremasca, racconta il suo percorso, le sfide della professione e la visione di uno studio costruito sulla consulenza e sull’ascolto.
Quale è stato il suo percorso?
«Ho conseguito una laurea triennale in Giurisprudenza a Bergamo, con indirizzo giuridico d’impresa e consulenza del lavoro. Durante gli studi ho svolto un tirocinio universitario presso uno studio di Crema, dove tutto è andato molto bene: al termine mi è stata proposta subito una collaborazione e lì ho poi svolto anche il praticantato obbligatorio, della durata di 18 mesi. Dopo il praticantato ho affrontato l’esame di Stato, che ho superato al secondo tentativo, e ho proseguito come dipendente per altri tre anni in uno studio di Crema specializzato in contabilità e consulenza del lavoro. Io mi occupavo esclusivamente di quest’ultima. Nel 2022, ho rilevato lo studio di un consulente che aveva deciso di andare in pensione e ho avviato così la mia attività professionale come libera professionista».
Quando ha capito di voler intraprendere questa strada?
«Dopo il liceo scientifico-tecnologico sapevo di volermi orientare verso l’ambito giuridico. Durante il tirocinio universitario in studio mi sono appassionata molto alla materia e, su suggerimento del titolare, ho deciso di iniziare il praticantato e poi prepararmi all’esame di Stato. Se dovessi tornare indietro, forse non rifarei questa scelta, perché la normativa è in continua evoluzione e bisogna essere sempre aggiornati, con criticità e problemi da risolvere ogni giorno...
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Mauro Taino

