

Economia & Lavoro
bellezza, tradizione e cultura: ocrim festeggia 80 anni di attività con un grande evento a Torino
«L’italianità è una scelta quotidiana»
Alberto Antolini: «Questa città ha dato il via al Made in Italy. Un punto di partenza al quale ispirarci»
«Oggi si parla spesso di italianità. È una parola che richiama bellezza, tradizione, cultura. In Ocrim la usiamo spesso con convinzione e responsabilità. Mai con leggerezza. Per noi italianità non è uno slogan, è una scelta quotidiana. È il risultato di un impegno coerente e concreto che portiamo avanti da anni: produrre quasi tutto all’interno delle nostre sedi di Cremona; con l’ambizione, molto prossima alla realtà, di arrivare al cento per cento di produzione interna».

Da queste parole, venerdì scorso, si sono sviluppate le riflessioni dell’amministratore delegato di Ocrim, Alberto Antolini, la prima testimonianza ascoltata durante l’edizione 2025 di “Grano, farina e...”, tre giorni di incontri che sono coincisi con l’ottantesimo anniversario dell’azienda di via Massarotti. La platea di quest’anno è stata ospitata nell’auditorium del Mauto, il museo dell’auto di Torino. «Il nostro lungo percorso - così principia Antolini - ha contribuito ad allargare il concetto del Made in Italy in tutto il mondo. Desidero raccontarvi la nostra storia, senza soffermarmi sui successi, come talvolta si è soliti fare tramite attraverso inutili intenti autocelebrativi. Nel 2007, dopo aver esposto le mie perplessità, mi sono messo in gioco affinché ciò che allora sembrava un’avventura - la rilettura e il riallineamento industriale dell’azienda cremonese - prendesse forma e si consolidasse. Il motto che mi ispirò allora fu ‘anche questo passerà, frase che mi guidò suggerendomi di bilanciare i momenti di delusione con quelli di euforia».

Dopo aver tratteggiato i meriti di due visioni imprenditoriali di spicco, quelle di Enrico Mattei e Sergio Marchionne, l’ingegnere romagnolo spiega i motivi della propria scelta: perché Torino? Risposta: «Questa città, sede delle Fiat, ha dato il via al Made in Italy. In questo leggo una similitudine: dopo il 1945 è accaduto ciò che oggi vediamo attraverso i flussi migratori. Cambiano gli attori ma il principio è lo stesso: nel dopoguerra le maestranze del sud si sono trasferite verso questa città, un fenomeno che interpretiamo come un punto di partenza al quale ispirarci. È uno snodo di passaggio fondamentale, in grado di raccontarci lo sviluppo industriale e tecnologico del Paese».

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17:11|September 26, 2025
Stefano Frati