Il Nabucco di Verdi al Ponchielli. Il regista Federico Grazzini: ho cercato le contraddizioni, potere e fragilità, follia e redenzione
«Va pensiero? E’ un momento sospeso nel tempo. Ogni volta che lo ascolto sento un legame profondo con la memoria collettiva e con qualcosa di universale: la nostalgia per la libertà perduta, ma anche la speranza di ritrovarla. È una melodia che risuona drammaticamente nel presente di tante, troppe guerre e che tocca anche la mia storia personale: penso a mia nonna, che anche quando aveva perso la parola per la malattia, riconosceva e si commuoveva ascoltando queste note. È la prova di come la musica di Verdi, e dell’opera in generale, abiti nel cuore profondo dell’essere umano, oltre la coscienza e il linguaggio».

Così, con le parole così evocative del regista Federico Grazzini, il celeberrimo coro degli schiavi ebrei del “Va Pensiero” ci conduce dritti al cuore di Nabucco, l’opera verdiana tanto attesa di cui il teatro Ponchielli si fa capofila tra i teatri di OperaLombardia e che andrà in scena venerdì 21 novembre (ore 20 e in replica domenica 23 novembre ore 16). Un’epica lotta tra libertà e oppres- sione, un viaggio emozionante dove musica e teatro si uniscono in uno spettacolo che celebra anche il potere dell’arte e della speranza.
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Carla Parmigiani

