Il Gusto dei Libri. Protagonista "Chiara", di Antonella Lattanzi
Bari, anni Novanta. Marianna e Chiara diventano amiche nel corso della quinta elementare dopo non essersi rivolte parola per anni. Chiara – lunga chioma corvina, forte accento del sud a fianco di un cognome albanese – in pochi semplici gesti si mostra finalmente allo sguardo di Marianna – famiglia benestante, all’apparenza priva di smagliature – e dà così inizio a un legame di amicizia viscerale fondato su un istintivo meccanismo di reciproco riconoscimento. Se Marianna è abituata sin da piccola a captare con rapidità felina il disagio spaventoso di un padre autolesionista sulle braccia del quale le cicatrici sono come “lombrichi ghiacciati nella loro lenta corsa”, Chiara è cresciuta in una famiglia in cui il padre agisce da sovrano arcigno e lapidario. Alla luce di questa adultità che brilla infelice nei loro occhi di bambine le due iniziano a scambiarsi lettere in cui l’orrore viene riversato con dovizia di particolari e con l’esplicita promessa che conservarle senza leggerle sarà il loro destino. Attrazione e curiosità giovanili, istinto di salvezza propria e altrui e - in apparente contrasto – volontà di trascinare con sé nell’abisso del dolore l’amica così taciturna e misurata, fanno dire alla Marianna adulta, voce narrante del romanzo: “non mi viene proprio in mente che quello che provo possa essere altro. Che errore”...
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