

Cultura & Spettacoli
Ricordando il mitico Jarrett: «Io, traduttore di emozioni»
La platea vuota del teatro Ponchielli dove si esibirà il pianista Baglini
Il pianista Maurizio Baglini al teatro Ponchielli ripropone il celebre concerto di Keith Jarrett. «La buona musica non ha barriere di genere»
Mi trovai faccia a faccia con Keith Jarrett e gli dissi: “Keith, se non suoni questo concerto, io sono fregata. E sarai fregato anche tu”. Vera Brandes, la promotrice del concerto, allora diciottenne, ne parla ancora divertita, cinquant’anni dopo. La frase fu pronunciata al termine di una giornata caotica, mentre stava disperatamente cercando di convincere il celebre e lunatico pianista jazz a esibirsi su uno strumento scadente. “Suonò un paio di note - aggiunge Brandes - e mi disse: a meno che non ci diano un altro pianoforte questo concerto non si farà”. Questo incontro avviene nel gennaio 1975, quando Jarrett si presenta all’Opera di Colonia per suonare il più grande concerto solistico della sua carriera. Invece del Bösendorfer Imperial, un pianoforte a coda lungo quasi tre metri, Jarrett si trova davanti un pianoforte molto più corto, con un suono sottile, un pedale di risonanza malmesso e un timbro poco convincente. Il pianista, furioso, avrebbe voluto annullare il concerto ma, dopo molte insistenze della Brandes e il diligente lavoro di persuasione dei due tecnici del suono, accettò. Nonostante gli ostacoli il concerto ebbe un grande successo e la registrazione dal vivo, pubblicata dalla casa discografica ECM, divenne il disco jazz solista più venduto di sempre, con oltre 4 milioni di copie vendute. ..
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12:47|September 12, 2025
Stefano Frati