

Cultura & Spettacoli
Musicalità e gusto eccelsi
Maurizio Baglini nella platea vuota del teatro Ponchielli
Baglini dalla platea vuota incanta il pubblico del Ponchielli. Fino all’ultima nota
Quando Maurizio Baglini attacca il Köln Concert l’impressione è quella di rivivere l’incipit delle Variazioni Goldberg suonate da Glenn Gould nel 1955: pochissime pagine sono in grado di evocare, anche nel grande pubblico, una sensazione simile.
La serata offerta dal pianista pisano, venerdì scorso al Ponchielli, è senza alcun dubbio un unicum che difficilmente si ripeterà: il pianoforte è collocato nella platea vuota, il pubblico ascolta in galleria.
La cifra dell’interpretazione di Baglini fa capolino già dalle prime battute: alcune voci interne, tenute - nel registro grave e in quello mediano - dipingono più chiaroscuri, restituiscono una tridimensionalità e una polifonia più stratificata. Oppure: la sezione con la scrittura a corale, introdotta da brevi figurazioni nell’acuto - attorno al diciassettesimo minuto, nella famosa incisione del 1975 - vanno a toccare i mondi sonori di Debussy (La Cathédrale engloutie).
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12:52|September 19, 2025
Stefano Frati