Intervista a Silvia Mezzanotte protagonista nello spettacolo "Vorrei che fosse amore" all'Auditorium del MdV
«Ci sono canzoni che non ho mai smesso di cantare. Non per mestiere, ma per urgenza. E sono quelle di Mina. Quelle canzoni tornano ora sul palco, nei più grandi teatri d’Italia. Non solo per celebrarle, ma per attraversarle, viverle, lasciarmi attraversare. E’ uno spettacolo nuovo. E’ un atto di libertà. E’ il mio modo di restituire voce a lei… grazie alla quale ho capito che artista, donna, interprete volevo essere. Vi aspetto, Con tutto quello che ho. E con tutte quelle canzoni che ce la fanno amare. Sempre». Così Silvia Mezzanotte protagonista di un concerto inserito in uno spettacolo che racconta di una storia d’amore con le colonne sonore della tigre di Cremona a fare da sottofondo. La cantante bolognese, che tra il 1999 e il 2016 ha alternato la carriera solista a quella di voce dei Matia Bazar in due riprese, insieme all’ensamble Le Muse dirette dal mastro Andrea Albertini, sarà la protagonista dello show che andrà in scena all’auditorium Arvedi al Museo del Violino, domenica 16 novembre (ore 17.30), “Vorrei che fosse amore”.
Quando è nato il suo amore per Mina?
«Tutto è nato quando ero una bambina. Ascoltavo la sua voce e restavo incantata. Forse all’epoca non ne comprendevo la rilevanza sotto il profilo della personalità non solo quella vocale.
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Antonio Gattulli

