Il nuovo libro di Paola Silvia Dolci: per udire, tra la folla, una voce che parli solo a noi
Un’opera sospesa tra prosa poetica, drammaturgia e riflessione filosofica. Paola Silvia Dolci che i nostri lettori hanno imparato a riconoscere anche tra le “firme” del nostro settimanale prosegue il suo originale percorso nella narrativa. Restano le stesse, l’intensità e l’irrequietezza dello scrivere, che poi è della vita. Sul piano formale, Clédon si presenta in forma di sceneggiatura teatrale o radiodramma. Una narrazione polifonica a tre voci (Daimon, Merlotta e Saturno Schermo), in cui ciascun personaggio incarna un aspetto dell’esperienza umana. Ne risulta un “quaderno di desideri spiritosi e di necrologi, un libro di profezie e costruzioni di immagini”, in cui slanci onirici e tensioni di morte, mito arcaico e alienazione moderna convivono in equilibrio precario. E, in effetti, la cledonomanzia, è un’antica tecnica divinatoria basata sull’interpretazione di parole casuali percepite come messaggi del destino. Nel frattempo, un atto del testo è apparso nell’ultimo numero della rivista internazionale Italian Poetry Review, mentre il libro sarà presentato a breve a Roma e a Torino.
«Clédon è il mio primo testo nato esplicitamente per la scena o per l’ascolto, a parte “La fabbrica delle donne”, un lavoro corale scritto per il saggio del Centro Nazionale di Drammaturgia, dove mi sono diplomata - spiega Paola Silvia Dolci -. Finora mi sono espressa soprattutto in poesia e prosa, quindi è stato divertente e interessante mettere tutto in forma di dialogo, senza alcuna voce narrante. Ho voluto che fossero soltanto i personaggi a creare l’universo del libro.

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL’EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO AL 15 GENNAIO 2026 OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
Carla Parmigiani

