

Attualità
Il bene genera bene
La foto di gruppo a seguito della cerimonia di conferimento del Premio Bontà
Premio di Bontà. La 48esima edizione a Daouda ed Emmanuel, due ex minori non accompagnati
Quelli aiutati siamo noi, e a casa nostra. L’incipit è provocatorio, sì, ma racconta la verità, anche se non racchiude la commozione che martedì, in sala Quadri del comune di Cremona, era palpabile tra i tanti presenti alla consegna del “Premio di bontà”, edizione numero 48, intitolato a Lidia Bittanti.
Nell’immaginario collettivo l’immigrato che attraversa il mare, sbarca a Lampedusa e comincia a popolare le nostre città rappresenta, come minimo, un costo e prima o poi un potenziale criminale. Non è così. O non in tutti i casi, almeno. Facciamo un esempio. Lontani dalla ribalta, due giovanissimi ivoriani, la pelle d’ebano e il sorriso bianchissimo, ci stanno aiutando qui, nelle nostre case e sulle nostre strade. E lo fanno anche bene. Sono arrivati a Cremona come minori stranieri non accompagnati e sono tutt’ora accolti alla Fattoria della carità di Cortetano, struttura gestita da Servizi per l’accoglienza. Il “Premio di bontà” va a loro (mille euro a testa), che si dedicano ai più fragili tra noi, in quello spazio di tempo e di attività che nella nostra “to do list” non ha più posto.
I PREMIATI
Daouda Yarbanga ha 18 anni ed è stato segnalato alla commissione esaminatrice del Premio da don Claudio Rasoli, parroco a Castelverde. Daouda è volontario dell’associazione “Siamo noi”, per la quale affianca le animatrici della casa di riposo del paese, l’Opera Pia del Santissimo Redentore, due giorni a settimana: il mercoledì per seguire gli anziani nello spazio della struttura dedicato al canto e all’ascolto della musica; il venerdì mattina per accompagnare alcuni di loro tra le bancarelle del mercato, usanza che li fa sentire ancora partecipi di una vita che lentamente ha perso i ritmi e l’intensità di un tempo. Daouda lo fa «con discrezione e disponibilità - dice don Claudio - e con gli ospiti si intrattiene ascoltandone le storie», che è quello quello che amano fare di più i nostri nonni, raccontare e sentirsi ascoltati. Don Claudio segnala un particolare non da poco: «Daouda fa questa attività volentieri e non vuole mai mancare. Vien giù in bicicletta da Cortetano con qualsiasi tempo meteorologico». Sono 7 chilometri scarsi, Google maps dice che servono 19 minuti. Ulteriore dettaglio su cui è richiamata l’attenzione è il fatto che Daouda ha buone doti calcistiche, è ben inserito nella squadra di Castelverde, partecipa agli allenamenti ma la mancanza dei documenti lo costringe a saltare le partite ufficiali. Dopo la consegna della targa del Premio di bontà, su invito di Luca Beltrami che ha condotto la cerimonia, Daouba ha usato poche frasi ma aveva un’espressione del viso eloquente: «Sono molto emozionato, le parole mi mancano, grazie a tutti».
Emmanuel Bryan Konan ha 17 anni, una statura più alta del connazionale e un italiano più agile...
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Cristiano Guarneri