Prosegue la collaborazione della sede cittadina del Politecnico di Milano con JuVi Cremona: incontro con il coach Luca Bechi e due giocatori della squadra, Isiah Brown e Federico Massone

Un ex presidente del Manchester City ha definito il calcio “come avere quaranta consigli di amministrazione all’anno, con quarantamila azionisti che esprimono la loro opinione”. Questa descrizione riassume perfettamente la pressione a cui è sottoposto chi opera sotto i riflettori, dove ogni decisione viene giudicata in tempo reale. La stessa pressione si riscontra in tutti ambienti di lavoro, dove la capacità di gestire lo stress e prendere decisioni rapide è essenziale.
Su questo tema si è sviluppato l’incontro di mercoledì pomeriggio al Politecnico di Cremona: analizzando i collegamenti tra il mondo dello sport con quello del lavoro.
L’incontro è stato aperto dall’introduzione di Gianni Ferretti, prorettore del Polo Territoriale di Cremona e della sede cittadina del Politecnico: «Penso che poche attività siano importanti, per quanto riguarda la crescita personale, come lo sport. Da ragazzo giocavo a tennis, con risultati scarsi. Eppure in nessun luogo al mondo sono stato felice come sul campo. Non perché vincessi - capitava raramente - ma per quel passante perfetto, per quell’unica volée creata nell’arco dell’intera partita. Lo sport mi ha insegnato l’immensa soddisfazione che si prova quando si riesce a creare qualcosa che non si era in grado di fare prima. Ci sono valori legati al gioco di squadra così come insegnamenti utili per imparare ad accettare e superare le sconfitte, da elaborarsi come trampolino verso nuovi stimoli e nuovi traguardi». (...)
Su questo tema si è sviluppato l’incontro di mercoledì pomeriggio al Politecnico di Cremona: analizzando i collegamenti tra il mondo dello sport con quello del lavoro.
L’incontro è stato aperto dall’introduzione di Gianni Ferretti, prorettore del Polo Territoriale di Cremona e della sede cittadina del Politecnico: «Penso che poche attività siano importanti, per quanto riguarda la crescita personale, come lo sport. Da ragazzo giocavo a tennis, con risultati scarsi. Eppure in nessun luogo al mondo sono stato felice come sul campo. Non perché vincessi - capitava raramente - ma per quel passante perfetto, per quell’unica volée creata nell’arco dell’intera partita. Lo sport mi ha insegnato l’immensa soddisfazione che si prova quando si riesce a creare qualcosa che non si era in grado di fare prima. Ci sono valori legati al gioco di squadra così come insegnamenti utili per imparare ad accettare e superare le sconfitte, da elaborarsi come trampolino verso nuovi stimoli e nuovi traguardi». (...)
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00:00|November 21, 2024
Stefano Frati