Fabrizio Premoli, Ingegnere Informatico specializzato nello sviluppo software, si racconta. «Non sottovalutare il cyber crime: privacy e libertà personali sono in discussione»
Fabrizio Premoli è un ingegnere informatico di grande esperienza. In questa intervista racconta il suo percorso personale e professionale, le difficoltà affrontate, l’attuale contesto informatico alla luce delle nuove tecnologie e le proprie aspirazioni future. Ne viene fuori uno spaccato a trecento sessanta gradi che è la fotografia di un progetto fatto di sacrifici e tanta passione.
Ingegner Premoli, quale è stato il suo percorso di studi partendo dalle scuole superiori?
«Ho conseguito il diploma in economia aziendale con indirizzo informatico presso l’Istituto Professionale di Stato Luigi Einaudi a Cremona. Durante gli studi mi sono appassionato sempre di più di informatica, un amore che mi ha portato a superare degli ostacoli che all’inizio sembravano impossibili da superare. Quando decisi di affrontare il Politecnico di Milano tutti mi guardarono perplessi poiché venivo da un istituto professionale e secondo alcuni non ce l’avrei mai fatta, in quanto non avevo basi solide. Ho realizzato il mio sogno guidato soprattutto dalle mie doti umane: passione, intraprendenza, curiosità. Accompagnate anche da un senso del dovere e del sacrificio, allo stesso tempo “moderno” nell’approccio metodologico: agile, pronto al confronto, orientato alla soluzione, eclettico e versatile. Un ricordo bello è quando presi sette trentesimi all’esame di analisi matematica uno, uno degli scogli più complessi del primo anno del corso di studi di ingegneria, bestia nera in quanto lo superavano n pochi. Bene, non mi sono buttato giù e successivamente, riprovandoci, presi il massimo dei voti. Ed è stato proprio in quel momento dove ho capito che potevo farcela»...
«Ho conseguito il diploma in economia aziendale con indirizzo informatico presso l’Istituto Professionale di Stato Luigi Einaudi a Cremona. Durante gli studi mi sono appassionato sempre di più di informatica, un amore che mi ha portato a superare degli ostacoli che all’inizio sembravano impossibili da superare. Quando decisi di affrontare il Politecnico di Milano tutti mi guardarono perplessi poiché venivo da un istituto professionale e secondo alcuni non ce l’avrei mai fatta, in quanto non avevo basi solide. Ho realizzato il mio sogno guidato soprattutto dalle mie doti umane: passione, intraprendenza, curiosità. Accompagnate anche da un senso del dovere e del sacrificio, allo stesso tempo “moderno” nell’approccio metodologico: agile, pronto al confronto, orientato alla soluzione, eclettico e versatile. Un ricordo bello è quando presi sette trentesimi all’esame di analisi matematica uno, uno degli scogli più complessi del primo anno del corso di studi di ingegneria, bestia nera in quanto lo superavano n pochi. Bene, non mi sono buttato giù e successivamente, riprovandoci, presi il massimo dei voti. Ed è stato proprio in quel momento dove ho capito che potevo farcela»...
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00:00|September 7, 2023
Emilio Croci