Se già oggi Cremona rappresenta un’eccellenza nell’ambito del restauro di strumenti musicali, soprattutto antichi, presto consoliderà ulteriormente tale primato, curandosi anche della formazione di professionisti del settore unici in tutta Italia ed in tutta Europa, grazie all’imminente potenziamento dei propri laboratori di restauro.
Ne abbiamo parlato col professor Marco Malagodi, che è responsabile scientifico del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non Invasiva dell’Università di Pavia presso il Museo del Violino di Cremona. Il suo è un curriculum mozzafiato: tiene corsi di Chimica dell’ambiente e dei Beni Culturali, di Chimica del restauro e di Metodi fisici per la Chimica del Restauro; ha acquisito esperienza in diagnostica applicata ai Beni Culturali nei più importanti centri di ricerca italiani ed internazionali. Le sue principali competenze riguardano la caratterizzazione di manufatti lignei, con particolare attenzione agli strumenti musicali antichi, sulle modalità di pulitura delle superfici, sulla caratterizzazione di prodotti consolidanti e protettivi e sull’utilizzo di tecniche diagnostiche micro-distruttive e non invasive. È co-autore di oltre sessanta pubblicazioni scientifiche, su riviste e congressi nazionali ed internazionali.
Professore, quale lo stato dell’arte?
«Il laboratorio Arvedi di Cremona, già costituito all’interno del Museo del Violino, ha la finalità di affiancare da un punto di vista diagnostico tutte le attività svolte. A ciò si aggiunge il restauro – in particolare ligneo - degli strumenti musicali, per recuperare quelli danneggiati, antichi o per intervenire sulle varie fasi di degrado che il violino possa aver subìto. Già oggi il Laboratorio Arvedi ha raggiunto il massimo livello conseguibile di ricerca scientifica e diagnostica sugli strumenti musicali. Siamo l’unico laboratorio di questo tipo in Italia e probabilmente in Europa. In dieci anni ovvero dalla nascita ad oggi, con l’aiuto di Fondazione Arvedi Buschini, abbiamo lavorato moltissimo, abbiamo messo a punto protocolli di analisi, abbiamo potuto avvalerci di strumentazione molto elaborata, complessa, che ci ha consentito di intervenire in tutte le fasi di studio degli strumenti musicali e, nello specifico, del violino. Questo affiancamento sulla parte del restauro, con l’esperienza acquisita, ha fornito un upgrade del livello qualitativo di intervento e di sostegno nei confronti del restauro e della conservazione degli strumenti musicali».
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