Carlo Andrea Rozzi (Istituto nanoscenze del CNR) spiega genesi e sviluppi del progetto: «Ora abbiamo un’indicazione quantitativa di cosa vuol dire avere un buon suono»
Nel numero del 6 maggio abbiamo parlato dell’esperimento di ascolto, promosso da una squadra multidisciplinare coordinata dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), al fine di valutare le qualità sonore di quattro violini e i cui risultati sono stati pubblicati su The Journal of the Acoustical Society of America. Per conoscere i dettagli dell’importante operazione, abbiamo incontrato uno degli ideatori, il dottor Carlo Andrea Rozzi dell’Istituto Nanoscienze del CNR.
Qual è l’origine del progetto?
«Una premessa importante: il Comune di Cremona, già da diversi anni, ha profuso impegno per facilitare le relazioni tra liutai e mondo delle ricerca. Io ho cominciato questo progetto all’interno della scuola di liuteria, proprio con lo scopo di avvicinare la ricerca scientifica ai liutai che parlano linguaggi diversi e non è facilissimo per gli uni capire cosa serve agli altri. Io, però, sono stato violinista e ho insegnato all’Istituto, quindi ero in una posizione ideale. Nella scuola, infatti, ho cominciato a fare esperimenti preliminari col Maestro Voltini nel 2018 e all’inizio del 2019 ci siamo accorti che eravamo giunti al punto di avere a disposizione un protocollo sperimentale che poteva essere provato in maniera rigorosa, a patto che potessimo contare su una platea dotata di orecchio esperto e abbastanza numerosa in grado di assicurare robustezza statistica e attendibilità. Il Comune si è coordinato col Museo del Violino e hanno aderito davvero in tanti, al punto che avevamo una settantina di liutai riuniti nell’Auditorium»...
«Una premessa importante: il Comune di Cremona, già da diversi anni, ha profuso impegno per facilitare le relazioni tra liutai e mondo delle ricerca. Io ho cominciato questo progetto all’interno della scuola di liuteria, proprio con lo scopo di avvicinare la ricerca scientifica ai liutai che parlano linguaggi diversi e non è facilissimo per gli uni capire cosa serve agli altri. Io, però, sono stato violinista e ho insegnato all’Istituto, quindi ero in una posizione ideale. Nella scuola, infatti, ho cominciato a fare esperimenti preliminari col Maestro Voltini nel 2018 e all’inizio del 2019 ci siamo accorti che eravamo giunti al punto di avere a disposizione un protocollo sperimentale che poteva essere provato in maniera rigorosa, a patto che potessimo contare su una platea dotata di orecchio esperto e abbastanza numerosa in grado di assicurare robustezza statistica e attendibilità. Il Comune si è coordinato col Museo del Violino e hanno aderito davvero in tanti, al punto che avevamo una settantina di liutai riuniti nell’Auditorium»...
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00:00|May 19, 2022