Per "Io c'ero": “Storia di una masca”
Lidia, sul palco Alice Bignone, è un destino. È nata settimina, con la camicia, e quando la mamma l’ha “comprata” era alla montagna, “l’asino l’ha calciata nella schiena”. La scenografia è magra: una sedia, una brocca, una tazza. L’ornamento simbolo e strumento scenico sono i bellissimi capelli lunghi di Bignone. La bambina sul palco ha le trecce, poi cresce, è una “serventa” e levatrice e le slega, indossa un foulard, e infine, da donna, lo strappa. Lei è «Lidia, non Lidiassa».
Già la famiglia era partita con uno sgarbo all’iddio, con un nonno che doveva essere prete. Lidia nasce in un mondo dove i preti non portano sulla strada di Dio ma vogliono e credono di essere Dio, e alle femmine non si deve insegnare a leggere. Il padre è violento: «Tu devi stare sotto l’uomo!»....
Già la famiglia era partita con uno sgarbo all’iddio, con un nonno che doveva essere prete. Lidia nasce in un mondo dove i preti non portano sulla strada di Dio ma vogliono e credono di essere Dio, e alle femmine non si deve insegnare a leggere. Il padre è violento: «Tu devi stare sotto l’uomo!»....
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00:00|November 21, 2024
Paola Silvia Dolci