Intervista a Gianmarco Tognazzi che sarà al Bellini di Casalbuttano con "L'onesto fantasma"
Oggi che, in termini professionali (sia come attore sia come viticoltore), la fortuna gli sorride appieno, Gianmarco Tognazzi ama definirsi «un uomo senz’altro libero, che ha la possibilità di fare esattamente ciò che più gli piace». Una soddisfazione che traspare anche dalle parole con le quali anticipa i temi affrontati ne “L’onesto fantasma”, la commedia (affidata alla regia di Edoardo Erba) che domani (sabato 2 marzo) lo vedrà protagonista (ore 21) sul palcoscenico del teatro “Bellini” di Casalbuttano.
Gianmarco, le note registiche indicano come l’opera rappresenti «un atto d’amore nei confronti del teatro». Questo perché, a suo avviso?
«Perché, in primis, tutti gli artisti coinvolti (dal regista al gruppo di attori) mettono passione in quel che portano in scena, il che fa intuire come l’amore nei confronti del teatro sia l’elemento principale chiamato a “muovere” la commedia. A ciò, mi preme di aggiungere il fatto che “L’onesto fantasma” è, soprattutto, una storia d’amicizia, a tal punto radicata da superare la “barriera” rappresentata dalla morte. Grazie al lavoro puntuale di Erba, affrontiamo temi di stretta attualità (la scomparsa di un amico, così come il rapporto di amicizia che lega quattro uomini ormai adulti e dai differenti destini) che hanno una valenza universale: l’opera, a mio giudizio, scavalca il “limite” del tempo e dello spazio, giacché potrebbe essere interpretata ovunque e sempre proprio per le tematiche sviscerate»....
Gianmarco, le note registiche indicano come l’opera rappresenti «un atto d’amore nei confronti del teatro». Questo perché, a suo avviso?
«Perché, in primis, tutti gli artisti coinvolti (dal regista al gruppo di attori) mettono passione in quel che portano in scena, il che fa intuire come l’amore nei confronti del teatro sia l’elemento principale chiamato a “muovere” la commedia. A ciò, mi preme di aggiungere il fatto che “L’onesto fantasma” è, soprattutto, una storia d’amicizia, a tal punto radicata da superare la “barriera” rappresentata dalla morte. Grazie al lavoro puntuale di Erba, affrontiamo temi di stretta attualità (la scomparsa di un amico, così come il rapporto di amicizia che lega quattro uomini ormai adulti e dai differenti destini) che hanno una valenza universale: l’opera, a mio giudizio, scavalca il “limite” del tempo e dello spazio, giacché potrebbe essere interpretata ovunque e sempre proprio per le tematiche sviscerate»....
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00:00|February 29, 2024
Fabio Canesi